Tempio Pausania, Il Gambia, tra cibo e integrazione, una serata di conoscenza a cura dell’Officina dei Ragazzi.

Tempio Pausania, 21 dic. 2017-

 

E’ iniziata dal Gambia, uno stato africano dell’Africa occidentale, un nuovo percorso della sempre più fertile Officina dei Ragazzi, un centro che si attesta tra le più belle e attive realtà culturali della nostra città.

La serata, veramente una esperienza interessante, si è snocciolata tra le storie di 4 ragazzi di quel paese, ospiti della Residenza gallurese per immigrati di Trinità, e la conoscenza della cultura e delle tradizioni del Gambia. Maria Lucia Oggiano, artefice assieme a Valentina Balata di questa esperienza, hanno voluto cominciare un percorso che è partito dal cibo tradizionale del paese africano, preparato dai quattro ragazzi, tutti studenti nel Liceo Artistico tempiese, e che è stato poi proposto alla degustazione degli ospiti presenti. Alcune diapositive proiettate sullo schermo, hanno raccontato dei luoghi e della gente dello stato africano, una “lingua di leone” grande pressapoco come il nostro Trentino, inserito per tutta la sua estensione all’interno del Senegal. Solo l’estremità occidentale confina con l’Oceano Atlantico. Molto suggestive le musiche di due percussionisti bravissimi, Davide Pes e  Francesco Aru e le due attrici: Alessia Moretti e Matilda Deidda che hanno letto ed interpretato alcune storie, tra cui quella di Kunta Kinte,  il protagonista del romanzo Radici (Roots in lingua inglese) di Alex Haley. Notevole l’emozione tra i presenti.

I quattro ragazzi, Mustapha Colley Lamin Bojang, Abubacar kanjy e Saikou Njie, si sono presentati al ristretto pubblico, qualcuno con un italiano più sciolto, altri con una logica difficoltà con la nostra lingua visto che sono in Gallura solo da qualche mese e la scuola  di italiano, che viene curata da Valentina Balata, loro insegnante, ancora non ha potuto dar loro i necessari contributi formativi. Troppo presto per imparare una lingua difficile ma sempre tardi per ciascuno di noi entrare in possesso di strumenti utili, come sono stati questi di stasera, per capire meglio cosa ci possa essere dietro una quasi certa guerra civile che rappresenta, per molti, dei poco più di 2 milioni di abitanti, l’abbandono della loro terra e la fuga. Proprio come accaduto ai quattro ragazzi di stasera, tutti scappati dal Gambia pur essendo dei minori non accompagnati.

Lo noti nei loro occhi, leggi nelle loro espressioni stati d’animo contraddittori, sorrisi, nostalgia, paure, tristezza, sono occhi che raccontano tutto. Ho immortalato i loro sguardi, tutti hanno da dire qualcosa, qualcuno sorride, altri si portano appresso chissà quali drammi. Avessimo maggiore sensibilità e meno foga verso queste presenze innocenti, sapremo coglierne ben altre necessità che non siano le stesse dei soliti leoni da tastiera che sparano a alzo zero verso pelli scure che non hanno scelto di fuggire per noia, ma per paura della morte. Altra storia è lo schiavismo, chi specula e si arricchisce da queste disgrazie, chi riceve dallo stato italiano soldi per ospitare queste persone, le ONG, chi li spedisce qui come pacchi postali disordinati verso le nostre spiagge. Sono storie complementari quelle ma non sono le storie di questi sguardi. 

Antonio Masoni

 

 

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