Tempio Pausania, 16 ott. 2017-
Erano al corrente gli sciagurati ragazzi che la notte tra sabato e domenica ciò che facevano aveva una storia antica, una storia muta che racconta di epoche lontane quando la bellezza era un valore conservato ed era parte del patrimonio culturale della città di Tempio?
Immaginiamo cosa avranno pensato e penato tutti i nostri anziani, quelli che hanno inorridito alla vista ieri e oggi dello sfacelo perpetrato a danno di questi gioielli degli anni ’30, quasi 90 anni, che arricchivano la sala con le tele del Biasi e quella insegna che ricordava il telegrafo presente all’interno e la biglietteria dal cui interno si staccava il biglietto e il capostazione comandava la Stazione ferroviaria. Hanno da raccontare sempre qualcosa della storia tutti i singoli pezzi di questo spaccato di bellezza che, in poche ore, una banda ha completamente depredato, sia nella sostanza che nell’anima di tutti coloro che quella storia se l’erano cucita addosso, con ricordi indelebili di tempi passati e nella nostalgia di giovani viaggiatori o di ferrovieri che vi sono transitati. La storia non si costruisce in pochi anni, ma la si distrugge in pochi minuti di follia, dove è assente il rispetto ma ancor più latita la conoscenza della sacralità dei luoghi nei quali si scatena una furia cieca e sorda, quella deriva vandalica che anche Tempio sta conoscendo da anni ormai.
Parlavo stasera con Marco Muntoni, ora sollevato nel morale perché buona parte delle macerie è stato rimosso e il suo bar è stato ripulito ed è funzionante come prima, magari con qualche cicatrice di troppo che certo non è solo un vetro o due rotti. Tutto si potrà riparare, ma nessuno potrà guarire il danno che è stato fatto al luogo, così mancante ancora di attenzioni, come ha sottolineato il Prof. Luigi Agus e lo storico Guido Rombi, entrambi avviliti e amareggiati come qualsiasi cittadino del mondo che ha esaltato questa bellezza della stazione di Tempio dopo averla visitata in questi lunghi 90 anni.
Le visite di curiosi e di tutti i cittadini galluresi, che oggi e ieri sono stati ad esprimere il loro dissenso su questa stoltezza criminale , hanno tutti raccontato qualcosa di questo pezzo di storia, più di uno ha espresso solidarietà al gestore del bar, altri lo hanno fatto con la loro presenza per capire se le tele del Biasi erano state danneggiate.
“Per fortuna no – ha detto Marco – anche se come puoi vedere anche tu avrebbero bisogno di essere restaurate (indica qualche scolorimento del nero di un abito di donna) e anche il fumo di un fuoco, per fortuna subito spento, accanto a questo locale, è penetrato nell’ambiente e credo non gli faccia del bene“
Stasera, la sala era stata ripulita, la scritta in legno”telegrafo – biglietteria” rimossa per rimetterla a posto e la grata così come la vedete dalla foto di copertina, fissata in maniera provvisoria per tutelare la stanza interna.
Tutto, o quasi, ora è stato rimesso a posto ma resta ancora la ferita profonda che ha colpito la comunità, quella non si rimargina. Bisogna intervenire duramente, anche il mondo della scuola deve fare qualche passo in più insegnando oltre che educazione civica anche storia dell’arte per far appassionare il maggior numero di giovani a materie che stanno diventando fondamentali per tutelare il nostro patrimonio culturale e storico.
Il resto sarà prendere provvedimenti contro questi delinquentelli e pensare al sistema migliore per proteggere quel che abbiamo di importante a Tempio.
Antonio Masoni