Tempio Pausania, 8 mar. 2017-
Quando arrivano delle segnalazioni, quasi sempre preferisco andarci di persona a fare le riprese e scattare qualche foto. Non è non fidarsi di quanto mi viene raccontato ma è capire meglio il perché avvengano queste sconcezze.

La zona di Lu Curosu e di Santu Gjogliu, nella parte alta della città, sono siti di grande valenza ambientale, non certo per la costruzione di una nuova chiesa quasi ultimata, ma perché è tranquilla, a ridosso della bellezza sopita di Rinagghju e davanti all’incalcolabile patrimonio del Limbara che muto osserva tutto e tutti.
Nelle belle giornate rappresenta un richiamo forte per gli sportivi, i bambini, i camminatori e le passeggiate con gli amici pelosi. Sede quest’anno del Teatro Tenda, che ha allietato la sei giorni carnascialesca, esiste da parte dell’amministrazione civica una rivalutazione dell’intero compendio che, quando saranno definiti i lavori, sarà, lo speriamo, volano di turismo per le note fonti di Rinagghju che, seraficamente, attendono da oltremezzo secolo la loro agognata valorizzazione.
Mi è stato raccontato qualcosa stasera, una dettagliata e esauriente narrazione di cosa succede nel sito.

Iniziamo dalle disattenzioni. Il grosso mezzo di Ambiente Italia, la società che gestisce il ritiro del rifiuti urbani, da qualche tempo sosta qui in attesa dell’arrivo dei mezzi più piccoli che su di esso trasbordano il loro carico. Un lavoro da fare in fretta perché di lavoro davvero ne hanno tantissimo i nostri operatori ecologici. Bisogna correre. Probabilmente, tutta questa premura incide nella perdita di qualche pezzo o di tanti pezzi, carta e cartone ma anche altro. Se poi ci aggiungiamo anche il forte vento di maestrale che ha soffiato da sabato sino ad oggi, è anche normale che lo stesso faccia volare di suo i rifiuti. Perché, a cose fatte, non viene raccolto ciò che si è perso per causa nostra o per condizioni climatiche avverse?

Il menefreghismo è l’arma preferita dei distratti funzionali, quelli che dicono: “tanto una bottiglietta in più per terra che cosa vuoi che comporti?”. Costoro abitano le ripide pareti dell’ignoranza, senza mai valutare il confine tra un pezzo di carta gettata a terra e un contenitore di plastica. Per loro è sempre qualcosa da buttare. Ovvio che il loro comportamento è sempre lo stesso, sia che si tratti di pezzo piccolo o grande. Le immagini e le foto scattate stasera danno meglio il senso delle mie parole.

Il vandalismo è la piaga sociale più marcata e perversa. Esso nasce dalla maleducazione, dal poco, se non assente, senso civico e dalla convinzione che ogni posto vale l’altro, purché sia accessibile alla macchina o al furgone per potervi scaricare varietà incredibili di rifiuti, a volte chiusi in sacchi, altre volte lasciate al loro stato primitivo. Fa più “nature”!!

Siamo spesso tornati su questo delicato argomento e ogni volta si scatena la “vergogna” popolare dinanzi a questi scempi ecologici. Non è questo il risultato che vorremmo ottenere, così come non basta l’impegno dei cittadini onesti e laboriosi che si puliscono da soli le loro strade e sono ligi e scrupolosi nello smaltimento dei rifiuti. Sono la maggior parte, lo sappiamo. Purtroppo, e lo diciamo per la milionesima volta, a piangere siamo tutti per l’inciviltà di pochi. La nota triste è aver ripreso, davanti all’acquedotto comunale di San Giorgio, cumuli veri e propri di rifiuti. La famosa terra di nessuno insomma, dove tutti sono padroni ma nessuno comanda.
Un profondo dolore questo che investe tutti di responsabilità. I vandali, i saccheggiatori ambientali vanno fermati senza pietà e puniti, senza tregua; vanno pedinati e immortalati, sottoposti al pubblico ludibrio, che provino anche loro la gogna mediatica che spesso li ha visti insaziabili fustigatori del prossimo, una specie di condanna inflitta a tutti noi da veri assassini.
Non aggiungo altro, solo il video breve e le foto, lascio a chi di dovere provvedere a chi pretende la TASI da tutti, perché è giusto, ma non è corretto lasciare la situazione in questo modo solo perché è “terra di nessuno”.
Antonio Masoni