Tempio Pausania, l’emigrazione tempiese, di Massimo Debertolo.

Tempio Pausania, 4 mag. 2015-

Un bel lavoro di Massimo Debertolo, neo laureato nella facoltà di Economia di Sassari, sul fenomeno dell’emigrazione dei tempiesi, tratto dalla sua tesi di laurea che ha trattato questo argomento. La tesi di Massimo considerava il fenomeno allargato anche alla Sardegna e all’intero paese. Questo articolo invece si limita al problema della nostra città e contiene anche un’intervista di una giovane tempiese che racconta a Massimo della sua esperienza di lavoratrice in terra straniera.

 

Massimo Debertolo
Massimo Debertolo

L’emigrazione di Tempio Pausania, di Massimo Debertolo

I giovani Tempiesi non trovano lavoro e fanno il biglietto di sola andata per andare a cercare fortuna fuori dall’Italia. Nell’anno in corso i residenti di Tempio sono diminuiti proprio a causa della mancanza di lavoro, sono aumentati i biglietti di sola andata per destinazioni tra le più disparate, questo secondo i dati forniti dalle agenzie di viaggi sparse nel territorio del paese dell’hinterland Gallurese.

Il dato che lascia basiti e fa più male e quello che riguarda l’esodo, che coinvolge non solo i giovani ma anche i quarantenni e i cinquantenni, che dopo aver perso il lavoro sono costretti a lasciare a casa le proprie famiglie ed emigrare in altri paesi per poter mantenere “viva” la loro famiglia. Una sconfitta per tutti, un gravissimo handicap per chi ha costruito la sua vita nel suo paese natio, e si vede costretto a lasciare casa con la valigia in mano. Una delle motivazioni che ha portato i tempiesi ad emigrare è il mancato sviluppo dell’Alta Gallura, ciò che ha influito negativamente è stata la carenza dei collegamenti stradali e ferroviari , infatti nel 1958 è stata soppressa la linea ferroviaria Tempio-Monti e ridotta ad una attrazione turistica la Tempio-Palau, i mezzi di trasporto mediante ferrovia sono stati praticamente cancellati. Penalizzante risulta la situazione della rete viaria, rimasta sostanzialmente ottocentesca. Nei primi anni Settanta fu progettata la strada a scorrimento veloce Sassari-Tempio-Olbia, di cui è stato realizzato il tratto Sassari-Ponte sul Coghinas, con la recente prosecuzione al bivio di Bortigiadas, ma del resto non se nè fatto nulla. Il collegamento stradale per Olbia resta affidato, oltre che alla vecchia S.S. 127, alla Luras-Monte Pinu-Olbia, costruita dall’ETFAS. In sostanza una delle motivazioni principali del non sviluppo e quindi dell’emigrazione è  rappresentata dagli scarsi collegamenti; oltre a questo si aggiungono la chiusura di imprese e fabbriche (principalmente quelle per la lavorazione del sughero e del granito) causata dalla odierna crisi economica nazionale. Tanti settori produttivi sono praticamente fermi. Pesano negativamente sull’economia della Gallura interna la scarsità di capitali pubblici e privati, la politica dei poli di sviluppo e alcune occasioni  mancate, come il Parco del Limbara, o la valorizzazione delle acque di Rinaggiu.

Di fronte alle difficoltà del momento, un numero crescente di persone ha così fatto le valige per andare lontano da Tempio Pausania, spostandosi per lo più all’estero. Un fenomeno che ritorna dal  passato questo, e che si teme possa diventare sempre più robusto. Il 2014 è stato un anno ad alto tasso di partenze, e anche per il 2015 le previsioni non sono di certo rosee. Gli elenchi demografici sono in continuo aggiornamento, anche se una buona parte di chi va via spera in una soluzione temporanea, evitando quindi di spostare anche la residenza. Tra le zone italiane più ambite spuntano quelle del nord, in particolare le aree turistiche del Trentino Alto Adige, del Veneto e della Lombardia. Molti però sono andati all’estero, puntando in particolare su Germania – dove il tasso di disoccupazione è sceso al minimo – e Gran Bretagna. C’è poi chi è emigrato in Olanda, in Francia, in Spagna, in Svizzera, in Austria e chi si è spinto dall’altra parte del mondo, arrivando persino in America e Australia richiamato dalla possibilità di un lavoro stabile e decoroso. L’altro lato della crisi, insomma, che sta travolgendo senza pietà un territorio dove le speranze di trovare un lavoro sono circoscritte, per lo più, ai mesi estivi. Ed è proprio la disoccupazione (e quindi la mancanza di un reddito più o meno stabile) ad influire in maniera fondamentale anche nelle altre voci che caratterizzano i movimenti demografici, a partire dal numero dei nuovi nati e dei matrimoni, entrambi in calo rispetto agli ultimi anni. Il rilancio dell’economia è una priorità assoluta per ridistribuire ricchezza e creare nuovi posti di lavoro, evitando che la gente del posto vada a vivere altrove. La situazione è critica. La “fame” di posti di lavoro ha la precedenza su tutto. Senza un impiego dignitoso e stabile, infatti, non si può costruire un futuro.

I dati Aire di Tempio Pausania ci dicono che ad emigrare sono soprattutto giovani diplomati e laureati, i dati reperiti sono stime e non dati certi, in quanto molti emigrati non si iscrivono ai registri Aire(Anagrafe italiani residenti all’estero).

Testimonianza di una giovane Tempiese all’estero

Elena, laureata in lingue, bartender in Inghilterra.

Quando hai deciso di partire? Quali motivazioni ti hanno spinta?

Avevo già in mente da tanto tempo di partire per fare un’esperienza all’estero e per approfondire la lingua inglese.

Descrivi il tuo percorso, ha trovato subito il Paese dove stai attualmente oppure hai provato a stare in altri Paesi?

Sono venuta direttamente a Tunbridge Weels (Inghilterra)  dove ho l’appoggio del mio ragazzo.

Hai trovato difficoltà all’inizio? Motiva.

Non, no ho trovato nessuna difficoltà perché qui ci sono molte opportunità di lavoro e soprattutto molta organizzazione e velocità negli uffici, cosa che manca da noi in Italia.

Come sei riuscita a trovare lavoro? È stato facile?

Trovare lavoro è stato facile: esistono molti job center che ti indirizzano secondo le tue qualifiche o preferenze sul lavoro. Io ho trovato lavoro portando curriculum porta a porta.

Cosa offre in più il Paese dove sei ora rispetto all’Italia?

Offre molte più opportunità di lavoro, c’è l’imbarazzo della scelta, invece in Italia dobbiamo accontentarci di quello che troviamo, se lo troviamo! La maggior parte dei lavori qui ti dà due giorni di riposo, cosa che in Italia non esiste.

Secondo te quanto e in cosa aiuta e ti cambia un’esperienza di vita all’estero?

Un’esperienza all’estero ti cambia la visione della vita e del mondo: la realtà è questa non quella che viviamo in Italia, qui c’è meritocrazia, puoi crescere professionalmente in meno di due anni e di conseguenza avere un aumento di stipendio, non come in Italia che ti cambiano solo il titolo, sempre che lo facciano! Ti apre la mente a 360 gradi perché vedi diverse realtà, modi di pensare, culture e lingue soprattutto. La maggior parte delle persone parla come minimo due o tre lingue. Le persone qui sono tuttofare, perché cambiano lavoro spesso. Un’altra differenza molto importante: qui non importa se non hai esperienza perché ti danno l’opportunità di imparare qualsiasi mestiere iniziando da zero; in Italia le persone senza esperienza, come ad esempio gli studenti, o non vengono assunti ed esclusi a priori, o al massimo viene proposto loro un tirocinio pagandoti pochissimo, sempre che lo facciano!

Massimo Debertolo

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