Calangianus, 4 feb 2016-
Spesso vengono messe in discussione le strategie politiche di chi ci amminstra, vengono contestate aspramente e le si vede alla stregua di atti perpetrati contro gli stessi cittadini amministrati, o a favore di alcuni od a discapito di altri. La mala politica ci ha insegnato a dubitare di qualsiasi azione provenga dalle cosiddette “stanze dei bottoni” e quindi esercitiamo il mestiere più abntico del mondo, fare di tutta un’erba un fascio. Male, secpndo la mia opinione, perché a ben vedere esiste anche una buona politica nei singoli comuni, quelli maggiormente colpiti dalla mancanza di risorse di cui sovente i cittadini sembrano scordarsi. Le cause, non lo diciamo per la prima ma per la centesima volta in questo blog, sono di natura macroeconomica e rappresentano il fine ultimo di un piano diabolico e strategico volto ad impoveruire sempre di più la popolazione anche questa è giunta alla fine della fiera, Conseguenze: povertà estrema, tassazione alle stelle, la pantomima governativa del debito pubblico e del conseguente pareggio di bilancio.
Gian Martino Loddo è sindaco di Calangianus con ancora un anno e poco più di mandato e ha voluto esprimere alcuni concetti che, dall’inizio della sua avventura come primo cittadino di un comune fortemente in crisi per l’economia del sughero. lo ha visto sempre a fianco alla sua gente ed ha cercato ogni risorsa, ogni mezzo possibile e qualsiasi finanziamento europeo, che sta pian piano facendo risalire il paese a quel rango che storicamente le compete.
Ecco l’intervista a Loddo, proposto con la formula di poche domande e di tante risposte che bisogna sempre valutare con attenzione. Perché sia le domande che le risposte non riguardano il suo paese ma il territorio, parola che per il sottoscritto e, a quanto pare, anche per tantissimi amministratori, è la sola via consortile di salvezza che può portarci fuori dalla palude di questa terribile fase storica del nostro paese.
“Sindaco, ci risentiamo dopo qualche mese dall’ultima volta. Lei ha ancora del tempo da vivere nel suo ruolo di primo cittadino e vorremmo sentirla per questa idea di cui mi ha accennato tempo fa.”
“Si, intanto grazie a galluranews per l’attenzione con cui segue le vicende di Calangianus e del territorio tutto. Si, ha detto bene, ho in testa un’idea e dei concetti che stento a far attecchire nella loro pienezza e nella loro effettiva valenza. Le riassumo, per tratti, a cosa mi riferisco.
“Una delle operazioni forse più riuscite ed intrapresa all’inizio del mandato e’ stata quella di aderire al patto dei sindaci impegnandoci ad abbattere l’immissione in atmosfera di gas serra in una percentuale superiore del 20 % rispetto a quella sancita dal protocollo di Kioto. Con queste credenziali, abbiamo intercettato risorse attraverso il bando Jessica, un apertura di credito che solo per Calangianus mette a disposizione risorse per una cifra intorno ai 5 milioni di euro. Con queste risorse noi stiamo sistemando l’illuminazione pubblica e stiamo aspettando i fondi per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e il fotovoltaico su alcuni edif ici che ci permetterà di venderci l energia prodotta.”
“Questa idea di Calnagianus che è diventata già realtà e che si appresta anche ad altre novità per il paese, si intende portarla su una scala più ampia che riguarda pure gli altri comuni. Giusto?“
“Esatto. L ipotesi mia espressa alla recente riunione dei comuni per il piano strategico e’ stata quella di esportare questo modello in tutto il territorio. Il progetto, che si basa su un minimo comune denominatore, e’ la pianificazione del futuro realizzando con meno energia consumata. Questo valore aggiunto, ottenuto sul risparmio energetico, ci può garantire da un lato una percentuale di autosufficienza ( riscaldamento gratis su edifici di pubblico interesse ne e’ un esempio ma non unico) dall’altro di poter contrattare con Enel il costo per kwatt/ora da una posizione di forza. Il piano strategico stesso, a questo punto ed in questo settore, potrebbe essere superfluo per ciò che riguarda le risorse destinate ma addirittura rappresentare quel valore aggiunto che ci permetterebbe di attrarre risorse importanti dai fondi europei”
“Direi molto importante questa possibilità, sindaco Loddo. Ma su cosa si baserebbero le nostre chances di comuni del territorio per riuscire a mettere in atto questa strategia?“
” Glielo spiego. Bisogna partire da un concetto in primis: se andiamo a vedere la popolazione interessata, che risulterebbe dalla somma degli abitanti dei comuni partner nel piano strategico, risultano circa 70 mila o 80 mila. Quella popolazione rappresenta il numero totale degli abitanti nel concetto della cosiddetta città territorio, Se andiamo ad analizzare però la superficie di territorio interessata, questa e’ enormemente superiore a quella di qualsiasi metropoli con lo stesso numero di abitanti. Questo concetto e’ molto importante, perché se prendiamo un parametro per esempio quello dell’energia consumata per km quadrato, appare palese che essa e’ distribuita su una porzione ampissima di territorio rispetto a quanto può essere invece in una metropoli con uguale numero di abitanti,. Una pianificazione di sviluppo ecosostenibile in questo caso e’ molto più facilitata e l’abbattimento del consumo di energia pro capite molto più controllabile. I campi di applicazione, come può capire, sono innumerevoli e vanno dalle attività produttive alla pianificazione della rete urbana per continuare poi sul welfare etc.”
“Alla base di tutto quindi occorre una comune volontà di questa ampia porzione di territorio e dei suoi abitanti ma soprattutto dei suoi amministratori? E’ così?“
“Si, è proprio così. Si intuisce che sia necessaria una governance unica per tutto il territorio, una pianificazione omogenea che, tenendo conto delle peculiarità di ogni singolo territorio, progetti e pianifichi non per un paese ma per un ambito molto,più grande.Un risultato che si può ottenere è l’illuminazione full led, se ogni paese si muove in ordine “random”, casuale, la rivalorizzazione di tutto il sistema in tutti i paesi necessiterebbe di un periodo di almeno 15 anni. Lei immagini invece un appalto per la sostituzione di 4000 punti luce versus un appalto per la sostituzione di 50 mila punti luce!”
“Ho capito che un singolo comune può salire due scale e l’altro solo una. La univocità dell’azione dev’essere concordate e tiene conto delle eisgenze non più del singolo comune ma di una serie di comuni. In quanti anni si potrebbe valutare una proposta in questi termini e secondo lei che resistenze si potrebbero individuare?“
“Se si tiene conto dei tempi di realizzazione, e facendo paragone con ciò che abbiamo realizzato noi a Calangianus, tutto il territorio verrebbe coperto nel giro di uno o due anni e, nella sostanza, si introiterebbero decine di milioni di risparmi che in automatico libererebbero risorse europee per altrettanti milioni. Insomma spero che gli altri sindaci accettino questa proposta perché essa rappresenta l’unica arma in nostro possesso per salvaguardare le nostre specificità”
“Una proposta molto innovativa che credo possa essere persegyuita con favore e fiducia da parte di tutti. Oltre queste ricadute nel settore della autosufficienza energetica, quali altre strade si aprono se il progetto va in porto e viene accolto?“
“Lei può solo immaginarselo. Pensi alle nostre peculiarità, come detto prima, uniche nel settore artigianale, turistico, storico e culturale. E’ talmente vasto il patrimonio che abbiamo ereditato e che ci troviamo ora a gestire con enormi difficoltà oggettive e insormontabili, che l’unione dei comuni in una città territorio darebbe a tutti la possibilità di mantenere intatto questo prezioso patrimonio, ed inoltre di valorizzarlo e farlo crescere. Occorre una visione comune e una volontà di capire che questa è la sola salvezza dello status quo e del raggiungimento di una autonomia amministrativa che ci svincola da questo laccio mortale che ci stritola ogni giorno di più”
“Grazie Sindaco Loddo”
“Grazie a lei per l’attenzione”
Antonio Masoni