Tempio Pausania, 30 ott. 2015-
“Siamo esattori per conto dello Stato». Questo è il grido disperato di alcuni sindaci ormai stanchi di dover assolvere all’ingrato compito di meri “esattori” per conto dello Stato. Una veste che li pone, agli occhi dei cittadini, come dei vampiri costretti a succhiare il “sangue” (soldi) della comunità al fine di soddisfare i sempre più onerosi bisogni della collettività, a fronte di risorse finanziarie che sono sempre più scarse. Questa “scarsità di denaro” costringe gli amministratori a dover effettuare tagli su tagli, garantendo sempre meno quei servizi essenziali necessari affinché un Comune possa adempiere regolarmente alle sue funzioni fondamentali: una situazione che possiamo davvero definire esasperante. Ma cosa ha determinato tutto ciò? Per rispondere a questa domanda abbiamo preparato un manifesto esplicativo che, speriamo, possa creare una consapevolezza in grado di spingere, soprattutto gli amministratori locali, ad una seria e profonda riflessione politica ed economica. Ma prima di leggerlo vogliamo rivolgervi un semplice appello: un approccio completamente aperto, scevro da ogni pregiudizio o dogma, soprattutto economico, che la cultura neoliberalista dominante ha volutamente ed erroneamente inculcato nella nostra società, vi aiuterà enormemente nella corretta comprensione dei contenuti del documento che vi stiamo presentando. Grazie.”
IMPOSTE E TASSE COMUNALI
IMU, TASI, TARI, Tarsu, IUC… sono acronimi che identificano le imposte e le tasse locali con le quali ognuno di noi, prima o poi, è costretto a fare i conti. Figurano come “entrate” per il bilancio comunale, cioè delle somme di denaro che l’ente prevede di in- cassare (introitare), a vario titolo, riscuotendole dai contribuenti (in questo caso i resi- denti). Rappresentano una risorsa che il Comune ha a sua disposizione per il “finanzia- mento” delle spese di gestione ed eventuali investimenti che s’intendono realizzare sul territorio. Tra le “entrate” vi sono anche i trasferimenti provenienti dalla Regione, dallo Stato o altri enti pubblici. IMU TARI PRIMA TASI CASA TARSU IUC |
LE FUNZIONI DI UN COMUNE
Un Comune, di norma, ha una serie di funzioni fondamentali:
– organizzazione generale dell’amministrazione – gestione degli aspetti legati al bilancio – organizzazione dei servizi pubblici, incluso il trasporto pubblico – pianificazione urbanistica e edilizia – pianificazione dell’attività di protezione civile – coordinamento dei primi soccorsi – organizzazione e gestione dei rifiuti urbani – servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini COMUNE – organizzazione e gestione dei servizi scolastici – polizia municipale e polizia amministrativa locale – tenuta dei registri di stato civile e di popolazione – compiti in materia di servizi anagrafici – nonché in materia di servizi elettorali e statistici – etc… |
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Come vedete le funzioni fondamentali di un Comune sono tante, che si concretizzano in servizi rivolti alla comunità. Affinchè questi servizi possano essere finanziati ed erogati, il Comune riscuote dei tributi dai cittadini residenti o riceve trasferimenti dagli enti gerarchicamente sovraordinati (Regioni e Stato), le cosiddette “entrate” sopra menzionate.
Ora, fermiamoci un attimo e ragioniamo su alcuni concetti
Da quello che avete letto sopra sembrerebbe che le imposte e le tasse (da ora per semplicità useremo il termine “tasse”, per descrivere in generale le entrate sottoforma di prelievo fiscale) finanzino in via esclusiva la spesa di un ente pubblico come può essere un Comune o lo Stato. Ma… è esattamente così?
Iniziamo a porci un questito: Quale la vera funzione della tassazione?
Per comprendere ciò è assolutamente importante capire cosa sia il denaro, più precisamente cosa sia la “moneta”.
Premessa. Il 15 agosto 1971 il presidente statunitense Richard Nixon, annuncia la sospensione della convertibilità del dollaro in oro. Nel dicembre del 1971 si mise fine agli accordi di Bretton Woods, svalutando il dollaro e dando inizio alla fluttuazione dei cambi. Nel febbraio del 1973 ogni legame tra dollaro e monete estere venne definitivamente reciso e lo standard aureo fu quindi sostituito da un ‘non sistema’ di cambi flessibili. Nacque così la MONETA FIAT, una moneta creata dal nulla dallo Stato (sovrano). Si dice fiat (dal latino fiat=“sia fatta”) una moneta che rispetta tutte le tre seguenti condizioni: 1. E’ SOVRANA: il proprietario è lo Stato, che la emette in regime di monopolio; 2. NON E’ CONVERTIBILE: lo Stato non promette di convertirla in oro o altri beni; 3. IL SUO TASSO DI CAMBIO E’ FLUTTUANTE contro le altre valute, cioè è scambiata con altre valute con un tasso stabilito sul mercato come incontro di domanda/offerta. Ma cos‘è in realtà una moneta? La moneta è un’unità di conto, cioè: non può essere vista o percepita; è una mera “rappresentazio- ne” creata dall’uomo; è un concetto astratto (come il “metro”, il “kilogrammo” o il litro”); in ogni nazione moderna la moneta unità di conto è scelta dal Governo nazionale. Come monopolista ed emittente di una valuta “fiat”, di per sé priva di valore, lo Stato NON HA bisogno dei soldi della popolazione (attraverso le “tasse”) per poter spendere. Ciò di cui lo Stato ha bisogno è che la cittadinanza accetti i suoi “pezzi di carta” altrimenti privi di valore. E come fa uno Stato ad imporre e a far accettare una determinata valuta? At- traverso la tassazione! IMPORTANTE: il ruolo della tassazione, in realtà, è completamente differente rispetto alla concezione macroeconomica che normalmente si apprende sui libri di testo canonici. Lo Stato impone delle tasse nella propria valuta, questo implica che ognuno di noi è costretto a procurasi questa moneta, lavorando e guadagnandola, per onorare i pagamenti verso lo Stato (pagando appunto le tasse). Le tasse hanno pertanto la funzione di creare una domanda teorica di moneta. Per uno Stato sovrano, che emette la propria valuta, le tasse (entrate) non sono indispensabili per finanziare integralmente la spesa pubblica (uscite), ed anzi un deficit pubblico genera un surplus per il settore non governativo (cioè il settore privato, costituito da famiglie e aziende).