Tempio Pausania, 13 giu. 2017-
Il pallino ora è passato nelle mani dell’amministrazione comunale che non intende accettare i tagli all’ospedale di Tempio Paolo Dettori e cerca il maggior numero di adesioni per una prossima manifestazione popolare della popolazione dell’alta Gallura che possa opporsi al disegno di depauperamento e privazioni messo in atto dalla Regione Sardegna su alcuni presidi sanitari, tra cui proprio il nostro.
” E’ nostro preciso intento – dice il sindaco Biancareddu – accogliere proposte e idee in un’assemblea pubblica alla quale sono invitati tutti i cittadini, le organizzazioni politiche, quelle sindacali, le associazioni tutte, e il mondo del volontariato, della scuola, operai, sanitari, ecc. Nei propositi di una neonata associazione di mamme della Gallura, si chiedeva il consenso della popolazione per mettere in luce le priorità del punto nascita e del servizio di pediatria. Noi, con questa assemblea intendiamo sostenere loro ma anche tutti gli altri servizi del Paolo Dettori, nessuno escluso. Chiedo la massima collaborazione di tutti, nessuno escluso, a presenziare perché si intende procedere con ogni strumento di legge affinchè possa essere ridata dignità alla sanità pubblica ed a quanto è stato sempre offerto dal nostro ospedale. L’assemblea servirà a porre in essere ogni azione democratica per evitare quanto sta accadendo. Tempio, l’alta Gallura, tutti i paesi che sono sempre afferiti al Dettori, devono esserci nella prossima manifestazione di luglio. Non vogliamo sprecare più un solo giorno senza tentare qualsasi strdada percorribile per giungere al mantenimento dei servizi ospedalieri.”
Andrea Biancareddu e Giunta Comunale
L’appello del sindaco, condiviso dalla sua Giunta, giunge opportuno perché alcuni ittadini stanno per mettere in pratica azioni ancor più eclatanti, quali la restituzione delle tessere elettorali o la loro distruzione in manifestazione pubblica perché, alla luce di quanto succede, esse non sono più uno strumento di democrazia. Questa che stiamo vivendo non è più la democrazia che si giova di questo nome ma si chiama dittatura finanziaria e molti, tra cui chi vi scrive, non intendono collaborare a questo criminale piano volto alla distruzione dello stato sociale. Tentiamo dunque anche questa strada dell’assemblea popolare e di un’altra manifestazione. Qualora non ne derivasse alcun proposito di riapertura della discussione sui servizi ospedalieri, si proporranno altre soluzioni.
Antonio Masoni