Tempio Pausania, 2 gen. 2017-
Dalle pagine del mattino di Napoli riportiamo quanto segue:
Indietro tutta sulla cannabis a uso medico, per la terapia del dolore e le cure palliative: i farmaci galenici magistrali non saranno a carico del sistema sanitario nazionale e quindi gratuiti in tutta Italia. Il motivo? La legislazione appena archiviata non ha approvato le norme sventolate in materia: dopo il sì della Camera, l’altolà al Senato. «S’è persa l’occasione di sostenere una legge di civiltà, ognuno di noi sa quanto è difficile in certe condizioni affrontare il dolore e la perdita di dignità senza un aiuto», protesta il parlamentare del Pd Ermete Realacci, il primo ad aver sollecitato nel quinquennio l’intervento mancato, «ispirato alle pratiche già attuate in Toscana».
Risultato: i trattamenti continueranno a essere rimborsati a geografia variabile. «La legge nazionale avrebbe messo fine alle disparità tra regioni perché solo alcune coprono le spese per i medicinali a base di cannabis e, a volte, come nel Lazio, neanche per tutte le patologie previste dal decreto ministeriale del 9 novembre 2015», chiarisce Agnese Miro, professore associato alla Federico II. In realtà, già dal 2013 l’agenzia del farmaco ha autorizzato il Sativex, il primo preparato destinato agli ammalati affetti da sclerosi multipla, quando i tradizionali antispastici risultano inefficaci. E, dal 2015, sono stati individuati gli altri impieghi: come analgesico, ad esempio, per le lesioni al midollo spinale, per contrastare l’effetto anticinetosico e antiemetico, quando nausea e vomito sono causati da chemioterapia e radioterapia o dai farmaci anti-Hiv. Inoltre, la cannabis può stimolare l’appetito nella cachessia, la malnutrizione estrema che affligge pazienti oncologici o affetti dall’Aids, e nell’anoressia nervosa, se non risolta con trattamenti standard. Ed è riconosciuto un effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali.
“Dopo tutte le lotte che abbiamo fatto…la legge bocciata in senato… chiedetemi perché sono sempre più anarchica…una enorme gigantesca presa per il culo…solo per chi potrà permettersi di curarsi…ossia i soliti noti…a questo punto comincio a diventare veramente cattiva…” – scrive una paziente su facebook. Segno evidente, qualora vi fosse bisogno di altre prove, che la politica, sempre più corrotta, riesca ad essere spregiudicata anche verso la sofferenza reale, tutte le persone che in Italia si servivano del rimedio dei farmaci contenente cannabis, per alleviare il dolore e, come scrive la fonte citata, anche per contrastare l’effetto anticinetosico e antiemetico, quando nausea e vomito sono causati da chemioterapia e radioterapia, cioè disturbi neurologici derivanti dall’uso dei farmaci tradizionali. Una beffa, ennesima riprova di quanto non si vada a cercare il benessere del malato ma si instradi lo stesso verso l’uso sempre più pauroso e massiccio di chimica che, ed anche in questo consiste la beffa, qualunque “tampone” al dolore è perfettamente palliativo, diventando nel tempo del tutto inutile.
Il sistema sanitario è allo sfascio, non si esce dalla trappola dei grandi divoratori che si chiamano multinazionali del farmaco che determinano e fanno ciò che vogliono con la ratifica di questa inane politica, diventata sempre di più vittima delle stesse lobbies e carnefice con queste insane decisioni del destino di tantissimi malati.
“La legge bocciata in senato…i malati lasciati senza terapie da giugno…ma le piantine stanno crescendo, così ci “rassicurano” dal ministero della sanità ….peccato che si sia tornati indietro di due anni ….” accusa una paziente. Uno stato ( e continuo a scriverlo in minuscolo perché nei fatti non esiste) che tutela gli interessi del capitale, oscurando quelli fondamentali del diritto alla salute, è fallimentare, ha perso il contatto con l’umanità che chiede spiegazioni e vuole soluzioni, con i malati che languono attendendo che un ospedale non chiuda o che possano disporre dei farmaci “salvavita” senza problemi (da giugno, scrive una tra loro, che non viene erogato il farmaco con cannabis). Uno stato siffatto, costringe la popolazione sofferente a patire pene indicibili e dolori incredibili, bocciando una disposizione di legge che era costata anni di lotte, battaglie per approvare l’uso terapeutico di una sostanza che ha dato eccellenti risultati di efficacia contro il dolore e anche come curativo per alcune patologie?
Dice bene la signora, qui nessuno ha più fiducia nelle istituzioni che, chiamate in causa per risolvere avendone facoltà giuridica, oltre che politica, affossano una delle poche e vincenti battaglie per la dignità dei pazienti. Ecco che si delinea, a breve ci saranno le mosse iniziali della politica in vista delle elezioni politiche del 4 marzo, un quadro per nulla idilliaco dei futuri governi che, ed è mia opinione personale, saranno fotocopia di chi andranno a sostituire. Il nulla!
Intanto chi sta male, continua a piangere, chi sta bene, e si ingrassa su comode poltrone nei piani alti, se ne fotte di chi sta male. Italia alla deriva, sempre più prevale la legge del pesce grosso che ingoia quello piccolo
Antonio Masoni