Tempio Pausania, 22 nov. 2018-
L’atmosfera del presidio di occupazione è ancora intensamente pregna della serata di ieri sera. Un giorno importante, sia dal punto di vista delle richieste che il presidio stesso ha posto ai sindaci dell’Unione dei Comuni, sia dall’effetto che tali richieste hanno provocato. La scelta era, ed è, tra cosa sia meglio fare per un sindaco dinanzi al momento drammatico della sanità pubblica per Tempio e territorio e, più in generale, un segnale fondamentale per la problematica sanitaria che investe la Sardegna tutta.
I sindaci, sotto la spinta del primo cittadino di Tempio, hanno aderito tutti alla decisione di appoggiare la vertenza con le loro probabili dimissioni. Si, probabili, perché se entro i dieci giorni successivi a questa decisione non dovessero ricevere risposta positiva alle attuali mancanze immotivate nel presidio ospedaliero dell’alta Gallura, rimetteranno il loro mandato al Prefetto di Sassari. Una bella gatta da pelare per chi ancora è convinto della bontà di una riforma di cui anche i partigiani dell’assessore hanno, col gesto eclatante di ieri, decretato la non accettabilità.
Speriamo che anche il sindaco di La Maddalena, Luca Montella, che deve sopportare il peso lacerante della lotta istituzionale contro le campane a morto dell’assessorato, voglia aderire alla decisione dei sindaci dell’Alta Gallura. Ieri è stato invitato anche per questo motivo ma non ha potuto presenziare per impegni nella sua missione di cercare di salvare il Paolo Merlo dagli aguzzini della sanità. Il peso specifico di una sua eventuale adesione alla scelta dell’alta Gallura, darebbe spessore anche alla lotta della sua comunità che è al 50° giorno di occupazione col comitato per la salvezza del Paolo Merlo.
Il peso politico di questa nuova determinazione dei sindaci dell’Unione dei Comuni, a voler essere di fatto i portavoce del popolo, è stato straordinario. Evidente la dicotomia esistente tra appartenenza e bisogni collettivi, la presa d’atto che qualsiasi strumentale strategia mirante a personalismi o a candidature future, verrebbe di fatto annullata dalla scelta di ieri. Smorzata di efficacia, qualora il sostegno alla lotta comune sia disattesa per meri interessi di altra natura non riconducibili alle necessità di un intero territorio che chiede sanità pubblica accettabile.
Oggi, stamattina, con il cuore ancora dentro un risultato importante raggiunto dall’Unione dei Comuni, è stata degna di attenzione e elogio anche la venuta al presidio di due dei sindaci dell’Unione che, come ribadito durante l’incontro di ieri, hanno di fatto consegnato le loro tessere elettorali nella mani del presidio. La foto mostra Emiliano Deiana (sindaco di Bortigiadas) e Fabio Albieri (sindaco di Calangianus), che laciao le loro tessere nelle mani dei presidianti. Una scelta, lo ripetiamo ancora, coraggiosa, che depone a favore di una pagina di democrazia vera, per certi versi nobile, da persone che per prime vogliono dare un forte segnale anche ai loro concittadini ed all’intero consesso intervenuto ieri.
La pagina scritta ieri ed anche oggi, dopo la consegna delle tessere elettorali dei due primi cittadini di Calangianus e Bortigiadas, ha il sapore di qualcosa che ritorna nelle mani del popolo, il solo che può ribaltare la sorte delle vicende umane.
L’esempio che un presidio, con un manipolo iniziale di una decina di persone, ha voluto dare ad un intero territorio già penalizzato da profonde lacerazioni dello stato sociale, ha significato anche forse per la prima volta, che la vera politica la deve scrivere la gente, che i mediatori delle esigenze e delle priorità di una città e di un intero territorio sono coloro che la gente ha designato a rappresentarla.
Stasera, anche il sindaco Biancareddu farà la stessa cosa, e riconsegnerà la sua tessera elettorale al presidio.
Chiunque, in questi anni contrassegnati da profonde lacerazioni della politica, ora più che mai simile ad un prodotto da vendere al prezzo migliore, si sia contraddistinto per l’impegno accorato verso i suoi cittadini, verso la sua comunità, sapendo esserne interprete nella maniera migliore, sarà comunque premiato nelle sue aspirazioni politiche. Ai presidianti, e posso scrivere a nome di tutti, poco importa cosa si cerca di ottenere e se la miseria di basse speculazioni elettorali possano interagire con il concetto di politica esemplare e nobile.
I sindaci, ieri, hanno dimostrato che ci si ritrova sempre dinanzi al problema principale di questi ultimi anni, senza disaccordi e senza altre mire. Lo si fa quando al primo posto ci sono i presupposti e la giusta armonia per realizzare alternative valide a questo imperante sistema di distruzione in atto da almeno dieci anni.
Sanità pubblica al promo posto, non un argomento come un altro in agenda.
Che si continui allora, che si combatta sempre, fianco a fianco, popolo e suoi rappresentanti, senza alcuna distinzione o parzialità. Il presidio continua e sarà più determinato di prima. Non siamo soli, da ieri possiamo contare su chi abbiamo eletto ad essere la nostra rappresentanza. Coraggio Gallura.
Attenzione però! Nessuno provi a camminare sulle ceneri ancora calde della disfatta del welfare senza prima aver proposto soluzioni e politiche adeguate. La lotta si fa tutti uniti, insieme per un nemico comune che non è l’assessore Arru ma la rassegnazione e la forte indifferenza che sta caratterizzando questi tempi bui di oscurantismo dell’umanità intera.
Abali Basta!!
Antonio Masoni