Calangianus, “Le ultime ore di vita di un paziente, una sofferenza anche per noi medici”, di Gian Martino Loddo.

Calangianus, 1 set. 2016-

Gian Martino Loddo, medico e sindaco di Calangianus
Gian Martino Loddo, medico e sindaco di Calangianus

Spesso leggiamo nei necrologi …si è spento serenamente all’età di… Non è sempre così ! Anzi tante volte le ultime ore di vita sono una sofferenza immane sia fisica che psichica.

Noi medici non siamo preparati per affrontare queste situazioni, e la maggior parte delle volte assistiamo impotenti con la paura di nuocere ponendoci il problema della somministrazione di dosi massicce anche per la morfina stessa.

Il nostro grado di civiltà non può più tollerare questo stato di cose, il problema va affrontato e bisogna adoperarsi affinché queste esperienze diventino solo il ricordo di una società in evoluzione.

E’ diventato indispensabile studiarsi un protocollo che consenta di intervenire in questi casi, una normativa che dia la possibilità, dove è possibile ma sopratutto a casa dell ammalato, di alleviare le sofferenze di chi ha purtroppo poche ore di vita, fosse anche di pochi giorni.

So bene che il sistema del 118 e’ stato creato per salvare la vita delle persone, ma sarebbe una grande cosa che gli stessi medici, se chiamati, abbiano la possibilità di alleviare queste sofferenze anche senza arrivare alla eutanasia. Oso, perché no anche ad una anestesia generale premortem?

Il problema è molto serio e, come è facilmente intuibile, travalica i confini prettamente sanitari. Vi prego di credermi, è improrogabile pensare ad una soluzione perché purtroppo è una cosa che tocca tutti, in particolare i medici in trincea che con i pazienti e i loro familiari hanno legami molto più forti di quelli che potrebbero essere tra chi presta opera solo professionalmente. Oggi (merc. 31/08 per chi scrive) sono andato via da una casa quasi piangendo e col senso di colpa di non aver sentito il telefonino squillare alle tre di notte.

Potevo fare qualcosa? Non potevo fare qualcosa ? Il rimorso di non essere stato di aiuto in quei momenti di massimo bisogno è una delle tante piccole ferite che ci accompagnano nella nostra attività professionale.

Gian Martino Loddo

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