Calangianus, Forse finiti i tempi delle chiacchiere. Il sughero ha ora una speranza concreta, il racconto video di una giornata importante per una prima soluzione dei problemi.

Calangianus, 2 ago. 2015-

C’erano tutti gli elementi ieri mattina a Calangianus, nell’incantevole sughereta di Sandro Pischedda, per definire la situazione attuale del comparto, alla luce delle importanti e sostanziali novità che arrivano dalla Regione Sarda.

bivio per l'ingresso alla proprietà pischedda
L’ingresso alla sughereta Pischedda, sede dei lavori.

Partiamo dall‘ambiente. La sughereta di Sandro Pischedda, una specie di giardino incantato dove la cura delle piante, la perfetta integrazione degli edifici sorti nel passato e qualcuno più recente, la presenza di attrezzi della lavorazione antica del sughero, è una fiaba naturale, quel posto dove ciascuno di noi può recuperare anni di vita soltanto respirandone i profumi e il silenzio.

L’organizzazione. Perfetta, sotto tutti gli aspetti. L’associazione Contiamoci, una realtà che si sta imponendo per capacità e sostanza, dalla grestione del bellissimo Museo del Sughero alla collaborazione in tutti gli eventi che vengono svolti in paese. Eccellenti nella preparazione di tutto l’ambaradan logistico e squisiti nell’accoglienza degli ospiti, la preparazione del pranzo comunitario e nel guidare i presenti alla migliore fruizione della giornata, quasi un full optional dedicato a tutti, relatori e ospiti.

Alcune ragazze di "Contiamoci"
Alcune ragazze di “Contiamoci”

La giornata dei lavori, con la presenza di due funzionari della RAS, il Dott. Armeni, collaboratore dell’assessorato all’industria, e il Dottor Mandis, dell’Ufficio di Presidenza, è stata proficua ed interessante. Dopo 30 anni dall’inizio di quella che viene chiamata “vertenza sughero”, si è aperto uno spiraglio che non è chiacchiera, almeno stavolta, ma fatti e soldi. Di questo c’era bisogno, già da quando si avvertirono i segnali di quella che viene chiamata crisi (sapete come la penso su questa parola errata), da quando cioè il prodotto nostrano, il sughero, cominciava a marcare i segni del tempo, l’invecchiamento naturale delle piante, e si attuarono progetti di riforestazione ai quali, purtroppo mai è stato dato seguito. I problemi che prima forse riguardavano solo la materia prima, con l’avvento di quello che è un vero crimine umanitario, l’euro, ha di fatto paralizzato anche questa florida economia. Questi ultimi 15 anni sono stati una vera e propria tragedia.

“Dai 1670 dilendenti (dati INPS), – ha precisato Gian Mario Inzaina, assessore del comune di Calangianus – si è passati a 737 unità, suddivisi 680 in  aziende industriali e 57 in quelle artigianali. Il numero delle aziende sugheriere è passato da156 a 39 (20 industriali e 19 artigianali. Le cause sono anche derivate dall’eccessiva tassazione, dai costi proibitivi dell’energia elettrica (la regione che ha i costi tra i più alti d’Italia), all’invecchiamento del patrimonio boschivo”

Il tavolo dei relatori
Il tavolo dei relatori

L’esigenza di cambiare rotta è stata al centro dell’intervento di Gian Martino Loddo, sindaco di Calangianus. “I tempi sono cambiati, il passato lo si deve lasciare alle spalle e bisogna guardare avanti anche perché, dopo 30 anni, finalmente la politica si è ricordata del sughero e lo sta facendo ascoltando. L’ascolto è continuo, quasi asfissiante, ma è stato un duro lavoro della giunta, di Fabio Albieri, della Signora Masu che ha gestito i rapporti con il tavolo dell’assessorato all’industria. Le sinergie si incontrano là dove esiste la volontà precisa di tutti gli attori in scena. Questo è avvenuto. Dove le pressioni del settore, attraverso la giunta comunale, hanno incontrato il favore dei tavoli che contano, si producono i migliori risultati.

Il finanziamento iniziale di 12 milioni di euro servirà ad attuare i primi provvedimenti necessari, dall’intervento sulle sugherete per il ripristino e la maggiore cura del patrimonio esistente, agli interventi strettamente legati ad un accesso al credito facilitato da canali privilegiati della Regione Sardegna. L’attività consortile, inoltre, appare come la migliore delle soluzioni possibii. E’ tempo di “stringersi a coorte”, fare sistema assieme tutti. I soldi ci sono e ora sono disponibili per i primi interventi. Diventeranno 20 milioni tra breve e già questo fa capire quale sia stato in questa nuova aministrazione Pigliaru, l’interesse che speriamo tutti porterà al miglioramento della filiera sughero e dell’economia delle poche, ma vitali, realtà esistenti ancora nel territorio.

Il tavolo dei relatori
Il tavolo dei relatori

La giornata della mattinata dei lavori si è articolata tra gli interventi dei due funzionari della regione e gli interventi di un enologo, Michele Tamponi, e di un tecnico dell’Agris, Gianfranco Marzeddu. Questi ultimi hanno posto l’accento sul tappo finito al quale, alla fine di qualsiasi ragionamento, il convegno era dedicato. Per l’enologo calangianese, trapiantato nella penisola per lavoro, la chiusura col tappo è sempre la migliore ma l’utilizzo di tappi tecnici non dev’essere vista come una minaccia, semmai come uno stimolo a migliorare sempre di più la qualità del sughero cui, senza paura alcuna, è legato sempre il destino dei grandi vini italiani ed esteri.

Gianfranco Marzeddu, dipendente Agris, ha ripercorso questi ultimi anni di lavoro dell’ex Stazione Sperimentale del Sughero, ora Dipartimento dell’Agris, che ha svolto anni fa un lavoro eccellente per tutelare la qualità del prodotto finito, utilizzando metodologie internazionali, stabilite dai paesi coinvolti nell’utilizzo del sughero, sia produttori che utilizzatori. L’organismo CELIEGE, che comprende diversi stati europei, ha prodotto un vademecum di regole (Systecode) abbastanza rigide per giungere alla garanzia di un prodotto valido e senza problemi. Seguire queste regole significa produrre senza problemi e garantire la qualità, vero valore aggiunto di questo elemento naturale, imprescindibile, insostituibile che è il tappo di sughero.

Ecco il video in sintesi degli interventi della mattinata, coordinata da Pietro Zannoni, che ha avuto nel pomeriggio, dopo il pranzo, le altre vicende previste, ad iniziare dalle degustazioni di vini proposte dall’associazione ONAV, con in testa le splendide Immacolata Serra e Mariangela Ciaffia, entrambe sostenitrici del tappo di sughero, come normale che sia quando si ha a che  fare con una bottiglia di vino. Un plauso sincero a Alessandra Giagheddu, Presidente di Contiamoci, per la perfetta riuscita di questo secondo convegno Dal Bosco…alla Tavola.

Antonio Masoni

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