Olbia, incremento di nascite di circa il 6%. In controtendenza al dato nazionale, sfiorati i mille parti nel 2014.

Olbia, 10 gen. 2015-

Sfiora il 6% l’incremento delle nascite registrato nel 2014 all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia: nell’anno appena trascorso nel reparto di Ostetricia e Ginecologia sono stati 964 i bambini venuti alla luce nella struttura di Tannaule.

Nonostante il decremento demografico registrato in Italia e soprattutto in Sardegna, l’ospedale di Olbia resiste, tanto da sfiorare quest’anno i mille parti: nel 2014 sono stati 964 i bambini nati (952 i parti) nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Olbia, contro i 911 registrati nel 2013, e i 921 del 2012.

“La nostra realtà è in controtendenza rispetto al trend nazionale e regionale, dove si assiste ad un decremento delle nascite che sfiora il 10%”, spiega Antonio Rubattu, primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Olbia. “Un risultato raggiunto anche grazie all’offerta del servizio di Parto Analgesia, un percorso diventato ormai indispensabile, che garantisce alle donne la tranquillità di poter assumere, anche nelle nostre strutture, una scelta consapevole sulla tipologia di parto”, spiega il direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia.

Nel 2014 nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia sono nati 964 bambini (di questi 12 sono parti gemellari). A questi si devono aggiungere un centinaio di donne che rischiavano di partorire prima della 34esima settimana, e da Olbia sono state indirizzate verso il Centro di secondo livello delle Cliniche Universitarie di Sassari che garantisce, a differenza della struttura olbiese, l’assistenza neonatologica con terapia intensiva.

Ad attrarre le gestanti nella struttura olbiese è sicuramente un reparto dotato di molti comfort e di numerosi servizi che il punto nascita è in grado di offrire, come il “rooming in”, una pratica che consente alle donne di passare molto tempo con i propri piccoli all’interno della propria camera, per favorire il legame stretto fin dalle prime ore di vita. Inoltre, il reparto dell’ospedale olbiese, offre alle donne la possibilità di donare il sangue del cordone ombelicale: dal 2012 il “Giovanni Paolo II” è stato accreditato per il prelievo del sangue cordonale ed oggi le donne che lo desiderano possono optare per la donazione a scopo solidale, contribuendo così a salvare la vita di persone affette da malattie genetiche, immunologiche ed ematologiche.

Sono inoltre numerosi i percorsi che la struttura gallurese offre alle donne, come il “Percorso del bambino Podalico”, che consente il “rivolgimento per manovre esterne” del feto, sistemandolo in posizione cefalica, al fine di evitare il parto cesareo; il percorso del “Travaglio prova – post Cesareo”, che tende a far “travagliare” le donne con un pregresso taglio cesareo. “Una strada faticosa ma è gratificante quando una donna ti ringrazia per averle dato la possibilità di partorire naturalmente”, conclude Rubattu.

Oltre al Servizio di Parto analgesia, al Giovanni Paolo II viene offerta alle donne la possibilità  di scegliere differenti percorsi per il controllo del dolore con metodi naturali, come ad esempio il parto in acqua. “Un risultato che noi cerchiamo di migliorare con il sostegno emozionale, le coccole e ad una maggiore attenzione verso le donne”, spiega il primario.

L’età media delle donne

Il 64% delle donne che si è rivolta alla struttura di Olbia per mettere al mondo il proprio figlio ha meno di 35 anni; il restante (339 donne) sono invece over 35, con una rilevante quota di ultra quarantenni, che spesso ricorrono alla procreazione medicalizzata assistita, che si conclude spesso con parti gemellari.

La popolazione straniera: a Olbia continua ad essere un fenomeno

Nel suo incremento generale delle nascite si assiste anche ad un incremento della presenza delle mamme straniere, passate dalle 195 del 2013 alle 240 del 2014.

Anche quest’anno l’ospedale olbiese si caratterizza per la sua multietnicità: nel reparto materno-infantile circa il 25% del totale delle partorienti non è Italiano e le mamme provengono da 37 Paesi diversi.

Il numero maggiore di neo mamme proviene dalla Romania con 91  parti (erano 86 nel 2013 e 65 nel 2012), seguita da Marocco con 24 nati (erano 16 nel 2013 e 18 nel 2012), Germania con 14 nati (8 nel 2013), Polonia 14 (erano 8 nel 2013 e 22 nel 2012), così come sono stati 14 i bambini nati da mamme Australiane (un paio nel 2013) e Sud africane (nuova nazionalità); 7 i nati da mamma Svizzera, Senegalese (erano 11 nel 2013) e Albanese; 2 i bambini di mamma di nazionalità Cinese, Inglese e Russa; le altre nazionalità sono presenti con un solo bambino.

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