Tempio Pausania, “Cavalcare una tragedia per anteporre il bene proprio a quello comune. Che tristezza questa politica”

Tempio Pausania, 29 nov. 2015-

Chi mi conosce sa che sono lontano anni luce dalle appartenenze ideologiche e dalle manovre oscure della politica. Semmai, quando dovessi venirne a conoscenza, le combatto come posso, attraverso questo strumento che, col tempo, si è ritagliato uno spazio di  credibilità (e non è poco!) e una sostanziosa fetta di lettori a cui va il mio grazie infinito.

Le cose, però, alla luce degli ultimi sviluppi, bisogna delinearle nella loro complessità e provare a chiarirne le infiltrazioni contagiose e deleterie. Prendiamo, in questo caso, la vertenza giustizia, argomento del giorno di questa era storica tra le peggiori mai conosciute dal genere umano.

Pochi giorni fa, appena 11, si è celebrato il secondo anniversario della tragedia che colpì la Sardegna e la Gallura in particolare, l’alluvione del 18/11/2013.

Ne ho parlato, ho scritto e ho anche raccontato, attraverso la sua voce, la vicenda di Veronica Gelsomino, una sopravvissuta da quel disastro. Tra le tante cose dette, lei disse amaramente che mai avrebbe visto la giustizia condannare i colpevoli e coloro che furono i responsabili di ciò che successe quel dì. E’ triste, ma vero, che pochi credono alla giustizia, in pochissimi pensano che la politica possa risollevare le sorti di una situazione drammatica sotto ogni punto di vista e tutti diventiamo, volenti o nolenti, complici di quanto accade e di quanto accadrà. Non è cercare il colpevole numero uno delle cose che occorre. Ormai lo sapete, perché da anni lo diciamo, che i responsabili di quanto ci sta succedendo non sono qui, a fianco a noi o in qualche palazzo sigillato italiano. Però, alla luce della vicenda giustizia, la responsabilità di qualcuno che conosciamo c’è, eccome!

Ricordate quando da questo blog si urlava che nessun politico olbiese avrebbe mai perso del tempo per perorare la causa del tribunale di Tempio? (5 marzo 2014). Lo scrissi, feci capire chi tramava nell’ombra contro la nostra città e contro uno dei pochi nodi cruciali della nostra risicata, ormai datata, gloria! L’amministrazione civica ebbe le sue colpe allora, ancor più aggravate alle elezioni regionali quando il partito locale di maggioranza diede i suoi voti a politici olbiesi, senza valutarne le conseguenze. Fu un errore fatale! Anche se Olbia non riuscì a piazzare nessuno dei propri candidati in regione, la sua forza politica territoriale è stata rappresentata. Se poi pensiamo a qualche esponente olbiese a Roma, ecco che il quadro si è delineato nella sua reale ed attuale dimensione: Tempio – Olbia= 0-5.

Come è pensabile che questo squilibrio di forze possa interrompere la rincorsa del centro costiero verso l’apoteosi del “mi prendo tutto io?”. Eppoi, in ragione di uno scellerato evo storico nel quale contano solo i numeri e non le persone, si profila quello che tutti paventiamo: la perdita anche del nostro tribunale. Les jeux sont faits mes amis!

La strada interrotta da due anni
La strada interrotta da due anni 

Ora vengo al punto: a me pare che la tragedia del 18 novembre 2013 sia stata cavalcata da chi ora vuole il tribunale a Olbia. Ricordo, a chi lo ha scordato, sono passati due anni senza alcun risultato. Il ponte sulla strada di Monte Pinu è sempre com’era (vedi foto) e nessuno ha mai saputo se e quando i lavori di ripristino ci saranno. Tanto basta a qualche senatore per far valere la forze dei numeri e dire che gli avvocati olbiesi (sempre per la triste legge dei numeri, in maggioranza al foro di Tempio) non possono sopportare questi ritardi (cronometrati stamattina, appena 7/10 minuti in più di strada passando dalla vecchia strada!!) e che la città di Olbia, sempre in virtù dei numeri maggiori, ha diritto ad avere la sede del palazzo di giustizia.

baratro monte pinu

Che meschinità caro senatore! Lei, che ha voce in capitolo, lei che avrebbe dovuto rappresentare un territorio, lei che qui ha raccolto sempre i suoi voti, lei che ragiona “Mors tua, Vita mea”. Che desolazione questa politica condominiale, mi scuso coi condomini, che azzera il bene comune per un interesse di una piccola fetta di 400 circa avvocati di Olbia. Non sarebbe stato meglio, caro senatore che si fosse occupato del perché  quegli aiuti e quella strada crollata non siano mai arrivati a destinazione e soluzione?

Che tristezza sapere che ancora una volta la politica ha optato per l’orticello, per farlo crescere a dismisura sapendo che tutti  gli altri sono destinati a seccarsi!

Antonio Masoni

Related Articles