Tempio Pausania, 15 ago. 2018-
Carissimo doc, la scrivo in minuscolo la “d”, sia mai che anche questo millantato tuo credito arrivi ad una qualche camera di mediazione, una esternazione non lunga, forse meriteresti altre opzioni ma di penna non vivo e nemmeno vengo pagato coi 30 denari che tu ami tanto, visto che a 30 a 30 c’hai costruito una fortuna. Poco male, a me dei soldi che hai lucrato, perché guadagnarseli richiede sudore e fatica, mica come è successo a te che li hai presi attraverso una donazione “obbligata”, poco mi è sempre interessato.
Su una cosa hai avuto ragione, l’Italia è un cadavere alla mercé di iene e avvoltoi che di carogne sono specialisti, se ne nutrono famelici, lottano per accaparrarsi persino le ossa. Questa nazione è figlia delle scelleratezze degli ultimi 30 anni, non perché tu ne hai dato “evidenza” ma perché il disegno a monte prima di te, e accompagnato da economisti veri, se ne è sempre parlato e scritto, l’ho fatto anche io. Come possibile? Basta studiare e qualcosa alla fine ne tiri fuori, no? Sorpreso che ci siano persone che conoscono il problema e siano in grado di spiegarlo sena pagare 10 auro o versarne 1 al mese aspettandone 1500? E pensa, caro doc, che alle conferenze nessuno ha mai pagato un misero cent, né i conferenzieri sono stati mai pagati. Insomma, non è che si aspettava te, un veneto-calabrese qualunque a darne evidenza, già da anni, e prima ancora che tu lo scoprissi, esistevano giuristi, economisti, appartenenti a gruppi sovranisti, costituzionalisti che in maniera dettagliata ne hanno parlato. E non ci crederai, ma il pubblico che presenziava, capiva benissimo, non era disturbato e confuso da altre diavolerie che ci hai messo dentro nei tuoi meetings, ed è inutile ricordarti di vaccini, colture miracolose, combustori, infovisione, i passaggi repentini da ciò che poteva essere scienza alla vendita, che quindi veniva puntualmente disdetta quando da scienziati si mostravano venali conferenzieri che cercavano di tirare acqua al proprio mulino. Nomi ve ne sono tanti, tutti ampiamente documentati, studiati, analizzati, anche nella mimica, scandagliati e scannerizzati sin dentro gli infiniti atomi della loro formazione scolastica o accademica. Ti perdono anche che hai chiamato professore, dottore, ingegnere, chi non lo è mai stato. Le astuzie di questo mondo che intendi contrastare, ti stupirò, le conosco assai bene, perché sono il pane quotidiano del mio agire. Non tollero chi usurpa un titolo, chi illude con false speranze, chi si fa grande in questa società di maschere per attirare consenso. Come se il consenso derivasse da una laurea posticcia e raffazzonata, come la tua, già proprio come la tua. Sono balle? Bene, lo dimostrerai.
Una cosa è certa, nessuno potrà mai processarti per le intenzioni, giacché non esiste un reato per chi ha intenzione di far qualcosa. Ma non esiste neppure un reato per le opinioni, quindi si ha libertà di opinare sulle tue intenzioni o è un reato? Troppo acuta la riflessione per la tua comprensione? Fattela spiegare doc, hai con te il fior fiore dell’intelligenza italiana, oppure chiedi al portavoce della Don Bosco nel mondo che te la spiega lui.
La verità, caro doc, è che la pacchia sta finendo, sei in continua ascesa su un muro di vetro, scivoli di continuo e afferri con le unghie anche il più piccolo salvagente. Potrei inondarti di esempi e anche dirti che esiste un archivio che è strapieno di indagini, video, inchieste, dossier, documenti, prove, e quanto basti per portarti davanti, non ad una camera di mediazione, ma ad un tribunale. Sai di quelle strutture con la bandiera in vista e con la scritta: La giustizia è uguale per tutti? Si, quella dove andrai presto a raccontare la tua bontà e il tuo progetto affatto male. Manca un dettaglio però, importantissimo. In un processo non avrai la possibilità del monologo come nel tuo TG, o la centralità del palco dove ti muovi da star, davanti a te non ci sarà una folla (ormai “folletta”) plaudente, ma il tuo avvocato e quell’altro che sta lì a provare chi tu sia realmente.
Per il 4 settembre, sta sereno che non avrai modo di vedermi, ma forse ci rivedremo, se verrai, dalle mie parti…chissà….qui si vive meglio, specialmente da quando, grazie anche al mio “terrorismo” pacifico, ho contribuito a smantellare tante tue piccole creaturine. Sai come ci sono riuscito? Dicendo la verità. E la cosa, per quanto ti riguarda, la vedo assai difficile. Non è per un doc dire la verità.
Bene, visto che presto, sono tue parole registrate e viste coi miei occhi, sarai anche il segretario di una bomba politica a nome PVU, ti auguro di superare lo sbarramento per essere eletto. Dubito, però, che la proposta di abbassarlo allo 0. 2% venga accolta. Non c’è questa proposta? Beh, proponila no? Dai che c’è speranza, sinché c’è vita.
La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso.