Tempio Pausania, Fate come la Germania, la locomotiva d’Europa! Sicuri?, di Fabrizio Virga. Rubrica economica a cura di Antonello Loriga.

Tempio Pausania. 25 mag. 2016-

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                               FATE COME LA GERMANIA, LA LOCOMOTIVA D’EUROPA! SICURI?

La Germania: l’oasi europea, il posto dove tutti vogliono vivere perché “là c’è lavoro” “i tedeschi rispettano le regole” “gli stipendi sono alti” e via dicendo. Balle. La verità è che a volte nell’italiano vige una sorta di “auto razzismo” che lo spinge a denigrare la propria Nazione e a guardare poco quello che succede al di fuori, anche perché è facile vedere i problemi che uno si trova davanti ogni giorno ma lo è molto meno notare quelli che si verificano oltre il nostro naso.
Ci sono diversi articoli pubblicati in precedenza e raggruppati da Luca Tibaldi, che danno già un quadro esauriente di quanto in realtà la Germania non sia proprio la terra rose e fiori che i più immaginano e che anche i tedeschi hanno in effetti il vizietto a barare, truccare e corrompere, per questo occhio a vedere il modello tedesco come esempio, prima di tutto perché la sua economia è basata sull’export (con la demolizione della domanda interna) che, in assenza di leve monetarie, porta inevitabilmente alla svalutazione dei salari, secondo poi è sì la locomotiva d’Europa, ma non nel senso che vogliono dargli i giornali, ma nel senso che è la Germania a decidere le sorti degli Stati Europei, dei cittadini europei, e con sorti intendiamo le vostre vite, messe a repentaglio da scelte sciagurate in nome di un cieco credo neoliberista e di, ammettiamolo, brama di potere politico.

Ciò che sta succedendo alla Grecia è un crimine e andrebbe punito: stanno morendo delle persone e il Paese sta lentamente tornando a condizioni definibili da Medioevo.
La cosa più grave però è che la Germania dimentica facilmente quando è stata lei storicamente a trovarsi in difficoltà o a non rispettare le regole ed è stata sempre salvata o graziata. Al di là delle vicende sui debiti della Seconda Guerra Mondiale, pochi sanno che poco dopo la nascita dell’Euro fu proprio la Germania a sforare i parametri imposti dai Trattati: nel 2002 i tedeschi violarono il fatidico 3% e scattò l’early warning da parte della Commissione Europea, ossia un invito a sistemare i conti pubblici. Invito ignorato dalla Germania che continuò a mantenere alto il rapporto deficit/PIL. A questo punto sarebbero dovute scattare le sanzioni ma, si sa, il peso politico della Germania nell’Unione è quello preponderante, perciò dalle votazioni dell’ECOFIN si decise di non attuare alcuna procedura sanzionatoria. Insomma: due pesi e due misure.
La Germania ha sforato anche un altro parametro: il tetto del 6% sul surplus della Bilancia Commerciale, tetto che non viene rispettato da anni e che sta portando enormi squilibri nelle economie europee, costringendo gli altri Paesi a tagliare ulteriormente la spesa e i salari per poter “sperare di competere”. Basta così? No. La Germania ha aiutato le Banche Tedesche prossime al fallimento versando nelle loro casse circa 240 miliardi di euro: aiuto di Stato, altra azione non permessa in Europa, come anche sancito dalla Commissione. Ma lo ha fatto la Germania, e quando è la Germania a sbagliare, nessuno paga. Quando in difficoltà ci si trova un altro Paese i cittadini devono versare il loro sangue.
La Germania bara. Continuamente. D’altro canto se i Greci muoiono di fame e non possono più permettersi nemmeno le cure basilari per mantenersi in salute perché mai i tedeschi dovrebbero versare un euro per loro? Angela Merkel ha detto dichiaratamente no agli aiuti alla Grecia. E via di austerità. E come ogni articolo concluderei con un “Evviva l’Europa”.

Fabrizio Virga

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