Tempio Pausania, la festa di Sant’Isidoro, una tradizione rimasta immutata nel tempo.

Tempio Pausania, 6 settembre 2014-

La festa dei contadini, quella che meglio definisce le caratteristiche della gente di Sardegna che vive in Gallura. Un legame antico con la tradizione, quella delle cose semplici ma che rispecchiano meglio di altre il nostro censo identitario. Sant’Isidoro, patrono degli agricoltori, quello dei nostri padri, nonni che avevano in queste giornate di settembre un momento di convivio, davanti a quella statua che domenica verrà portata nella processione, la più bella che Tempio faccia durante l’anno, coi carri trainati da buoi iperdotati e cavalli che accompagnano il corteo. Tutti gli anni, questo momento rappresenta il vero spirito gallurese, di persone sostanzialmente semplici e alla “mano”, pronti a mostrare a chi ancora non le conosce, il meglio della tradizione. In fondo discendiamo tutti da contadini, siamo tutti con cromosomi simili a quelli dei nostri avi dei quali riportiamo, in questa festa, la stessa indefessa alacrità.

Sant’Isidoro era spagnolo, agricoltore a cui furono attribuiti eventi portentosi, e pertanto è stato canonizzato nel 1622. Gli si attribuiscono diversi miracoli: tra i più celebri il miracolo del pozzo, in cui sarebbe riuscito con la preghiera a far salire le acque di un pozzo, salvando la vita ad un bambino che vi era caduto dentro, e quello degli angeli che avrebbero arato un campo al suo posto per lasciargli il tempo di pregare.

Ora la festa viene organizzata dalle classi, quest’anno la classe dei Fidali ’65. Prima esisteva un Comitato permanente con persone che hanno trainato “il carro” per tantissimi anni dedicando a questo evento tutto ciò che hanno potuto. E Tempio li ha ringraziati, magari non per quanto avrebbe dovuto, perché se ancora la festa esiste lo si deve a loro. Le classi, che negli anni hanno continuato sempre in maniera eccellente questa tradizione, ci hanno regalato giornate indimenticabili, portando a Tempio artisti di fama, spettacoli divertenti e degni del prestigio che la città dovrebbe avere.

Questa edizione, nonostante le scarse risorse a disposizione, frutto della raccolta che le classi dei Fidali ogni anno portano avanti, ha comunque una sua dignità e ieri se ne è avuto un esempio con la classica serata dedicata alla musica sarda.

La prima parte con CANTI A CHITARRA  con Giuseppe Tamponi da Tempio (voce),  Stefano Achenza da Tempio (voce) Franco Denanni da Chiaramonti (voce),  Bruno Maludrottu da Azzanì (chitarra),  Graziano Caddeo da Dualchi  (fisarmonica). Nella seconda parte ISULA IN FESTA  uno  SPETTACOLO FOLK DI MUSINCANTOS:con Maria Antonietta Bosu (da Ottana) e le coppie del Gruppo Folk S.Nicola; GLI ARMONIAS con Giovanni Puggioni e Luigino Cossu da Tempio, Giusi Deiana da Oliena, dei quali abbiamo sentito una bella versione della famosa No Potho reposare, duetto di voci e chitarra. Inoltre la sempre verdeMaria Teresa Pirrigheddu e i Tenore SU REMEDIU da Orosei.

UIno spettacolo con gli spettatori presenti da ore davanti al palco, il gruppo degli appassionati e dei cultori di questa tradizionale espressione musicale mentre la classe ’65 garantiva agli spettatori le famose, “semplici” vivande di sempre.

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