Tempio Pausania, in una data di memoria per una tragedia di 32 anni fa, si è sfiorato un altro dramma. Incendio di grosse proporzioni tra San teodoro e Porto Istana.

Tempio Pausania, 28 lug. 2015-

Redazione Tiscali

“Il vento di maestrale è notevolmente calato, l’incendio è sotto controllo e non ci sono stati danni alle persone”. Lo ha detto il direttore dell’Ispettorato Forestale di Tempio, Giancarlo Muntoni, nel fare un primo bilancio sul rogo scoppiato nel pomeriggio in prossimità del Villaggio La Corallina di Porto Istana, a pochi chilometri a sud di Olbia: il peggiore dei tanti roghi che per tutto il pomeriggio di martedì hanno tenuto in ansia la Sardegna.
Era d’altronde annunciata come una giornata da bollino rosso sul fronte incendi, e puntualmente la paura ha fatto capolino nelle località di villeggiatura della Gallura. Un’allerta che è coinciso proprio nella giornata delle celebrazioni, a Tempio Pausania, della XXXII commemorazione dei morti di Curraggia. Era il 28 luglio 1983 quando, al termine di una lunga lotta contro il fuoco, sulla collina di Curraggia nove persone persero la vita.
Due Canadair e due elicotteri hanno partecipato e stanno partecipando alle fasi di spegnimento, circoscrivendo l’incendio su due fronti che il personale a terra sta contenendo e bonificando. “Due case sono andate distrutte dal rogo, mentre un hotel e decine di ville immerse nella macchia mediterranea venivano evacuate – ha spiegato il direttore dell’Ispettorato, che dai primi momenti ha seguito sul posto le operazioni -. Abitanti e turisti sono stati messi al sicuro sulla spiaggia, soccorsi e tranquillizzati anche con la collaborazione del personale della Croce Rossa”.
Il conto dei danni sarà fatto nelle prossime ore, assicurano dalla sala operativa della Protezione Civile a Cagliari, anche se le fiamme avrebbero devastato alcune decine di ettari di macchia mediterranea. Due Canadair e tre elicotteri regionali sono intervenuti, sempre nel pomeriggio, per domare l’incendio scoppiato fra le frazioni di Nuragheddu e l’Alzoni, dove è saltata la centrale elettrica.
Nessun danno si è registrato alle persone. Spinte dalle raffiche del maestrale le fiamme hanno superato la strada statale 125 chiusa per alcune ore al traffico, e si sono fermate in prossimità dello stagno, lungo la spiaggia della Cinta. “Alcuni roghi sono ancora attivi in località Nuragheddu – ha spiegato la sala operativa della Forestale di Nuoro – con le bonifiche a terra che proseguono e proseguiranno tutta la notte per impedire che ripartano le fiamme”.
“La macchina della Protezione civile ha funzionato bene, operando con la massima attenzione e in una condizione di totale collaborazione fra tutti i soggetti che vi partecipano – ha osservato il direttore generale della Protezione Civile, Graziano Nudda – lo abbiamo fatto in condizioni meteo che all’inizio del pomeriggio, con il forte vento, hanno reso certamente non facili i primi interventi”.
E mentre nel Nord Sardegna proseguono le operazioni di bonifica, i Nuclei investigativi di polizia del Corpo Forestale stanno eseguendo i rilievi sia a San Teodoro che nella Costa Corallina per risalire alle cause dei roghi, che sarebbero partiti entrambi da strade molto frequentate. Gli investigatori non escludono ci si possa trovare davanti a roghi di natura dolosa. Gli agenti stanno anche per identificare responsabili di alcuni incendi, anche colposi.
Proprio su questo fronte oggi è stato dato un nome all’autore di uno di questi ultimi incendi causato dall’uso di una saldatrice, in totale inosservanza delle prescrizioni regionali antincendio che prevedono il divieto di utilizzo di macchinari capaci di causare scintille nelle giornate a codice rosso.
Complessivamente sono stati 17 gli incendi che hanno visto impegnati gli uomini del Corpo forestale nell’operazione di spegnimento. Al lavoro anche le compagnie Barracellari e i volontari. Nel Sud dell’Isola i roghi sono divampati a Barrali, in cui è intervenuto anche un elicottero regionale, a Settimo San Pietro, Serramanna e Vallermosa. Fiamme anche a Soleminis, Selargius, Quartu, Villacidro e Sant’Antonio di Santadi.

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