Tempio Pausania, MMT e Spesa Pubblica: la metafora del campo da irrigare di Daniele Della Bona. Rubrica economica a cura di Antonello Loriga.

Tempio Pausania, 14 apr. 2014-

Premessa: voglio proporvi un ottimo e breve articolo di Daniele della Bona, con il quale nella scorsa primavera abbiamo portato la MMT a Tempio Pausania realizzando un ottimo evento con numerose persone partecipanti. Daniele in questo breve articolo, fa un semplice parallelismo tra quella che è la spesa pubblica e una fonte che irriga un campo da coltivare. In modo da farvi capire che ogni volta che sentite parlare di tagli alla spesa pubblica, significherà che da qualche parte si creeranno delle persone sempre più  povere. Immaginate la moneta come un vaso colmo d’acqua che piano piano viene svuotato, e l’acqua che abbiamo a disposizione risulta sempre meno, se non c’è un intervento dall’esterno, che solo lo stato può effettuare (A. Loriga).

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Antonello Loriga e Daniele Della Bona durante il convegno di Tempio di un anno fa all’Ufficio Turistico.

MMT E SPESA PUBBLICA: LA METAFORA DEL CAMPO DA IRRIGARE

di Daniele Della Bona

Spesso i detrattori della MMT – Modern Money Theory, teoria della moneta moderna – oppongono questa obiezione rispetto alla spesa pubblica:

Quindi, secondo quanto dite basterebbe che una volta riacquisito il pieno controllo sull’emissione monetaria, lo Stato emetta moneta, la accrediti all’infinito sui nostri conti correnti e tutti saremo ricchi e felici? Mi sembra troppo semplice e irrealistico.
Qual è il limite, se esiste, alla spesa da parte del governo?

Certamente uno Stato non deve spendere in maniera illimitata e altrettanto sicuramente non deve spendere troppo poco in relazione alle esigenze dei propri cittadini.

Quali sono queste esigenze? Per esempio:
1) Avere un reddito dignitoso che sia sufficiente ad acquistare ciò che viene prodotto in Italia e quello che il resto del mondo vuole venderci.
2) Pagare senza troppe sofferenze tutte le tasse richieste del governo.
3) Riuscire a risparmiare una parte del proprio reddito.
4) Avere a disposizione servizi socio-sanitari adeguati, efficienti e gratuiti.
5) Avere la possibilità di far studiare i propri figli senza problemi ad ogni livello d’insegnamento.

Come facciamo a stabilire quindi un limite che soddisfi tutte queste esigenze? Per avere una risposta rivolgeremo uno sguardo all’economia reale, osservando se ci sono persone disoccupate involontarie o sottoccupate. Se è così allora significa che la spesa del governo è troppo bassa e l’economia reale non riesce a soddisfare tutti i suoi bisogni. Significa che ci sono persone disponibili a lavorare, che possono essere impiegate per meglio soddisfare le esigenze della cittadinanza nel suo complesso. Quindi, in questo caso, e solo in questo caso, la spesa dovrebbe aumentare.

Al contrario, se tutti hanno un lavoro che riteniamo dignitoso e adeguatamente retribuito in relazione alle nostre esigenze e il livello dei servizi sociali, sanitari e scolastici è quello che riteniamo opportuno, allora la spesa dello Stato dovrebbe fermarsi (e si fermerà in maniera automatica grazie proprio al Programma di Lavoro Garantito).

Proviamo a esemplificare il tutto: immaginiamo che la spesa da parte dello Stato sia come acqua che esce da un rubinetto (la Banca Centrale è l’organo incaricato dallo Stato di emetterla fattivamente). Il Parlamento e il Governo devono decidere quanto e come aprire il rubinetto e quanta acqua far uscire. L’economia reale (quella fatta da famiglie e aziende) è come un campo, dove i contadini coltivano quello che preferiscono e quello in cui sono più bravi. Se nel campo arriva troppa acqua il campo si inonda e non è una buona cosa; se ne arriva troppa poca, il campo si inaridisce e anche questa non è una buona cosa.

Se il campo si inonda è facile capire che bisogna chiudere immediatamente il rubinetto; mentre, se il campo si inaridisce si dovrebbe intervenire direttamente aprendo il rubinetto.

E non aspettare, come ci stanno dicendo oggi, che qualcuno porti un po’ di acqua da qualche altra parte (da altri campi, ossia dal resto del mondo).

Oggi, chiedono ai contadini di competere per avere acqua dai campi vicini, dove magari si coltivano piante più scadenti, che hanno bisogno di meno acqua e quindi costringono i contadini in Italia ad utilizzare a loro volta sempre meno acqua. In ogni caso, comunque, il Governo dovrebbe aprire il rubinetto solo quando ci sono contadini che non hanno abbastanza acqua, quando ci sono persone che hanno bisogno d’acqua per i nuovi semi che hanno piantato, quando non c’è acqua sufficiente per far germogliare i semi già piantati. E senza acqua, è bene ricordare, che anche le piante già esistenti, pur rigogliose che siano, finiranno col deperire e morire gradualmente ed inesorabilmente.

Chiuderei cone le parole di due economisti e accademici MMT che rispondono a chi obietta il rischio di una spesa pubblica illimitata:

Quante risorse all’interno di una nazione possono essere mobilitate dal governo? Dato il livello di risorse che il settore non governativo vuole mobilitare, quanto dovrebbe essere ampio il disavanzo pubblico per mobilitare il resto? Più di cinquant’anni fa, Abba Lerner fornì la risposta a questa domanda. Se ci sono persone disoccupate involontarie (dovremmo aggiungere sottoccupate) significa che il disavanzo è troppo basso

Fonte: Randall Wray e Yeva Nersisyan, Does excessive sovereign debt really hurt growth? A critique of this time is different, by Reinhart e Rogoff (2010)

 

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