Tempio Pausania, Il Reddito di Cittadinanza, qual’è la verità? Rubrica Economica a cura di Antonello Loriga.

Tempio Pausania, 17 mag. 2016-

La verità sul reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia tanto sbandierato in questi anni, in realtà è una miserabile truffa , di discendenze tedesche. Tuttavia,  leggiamo bene lo studio fatto da economia democratica per capire in realtà in che cosa consiste e come si applica. (Antonello Loriga).

fonte Economia Democratica.

                                   IL REDDITO DI CITTADINANZA: UN’ALTRA BOIATA GRILLINA.

Ed eccoci di nuovo qua a commentare una delle proposte più in voga del Movimento, assieme all’orrido baratto amministrativo, che dovrebbe risollevare magicamente le sorti del Paese ed aiutare a sconfiggere la povertà, promuovendo la creazione di posti di lavoro e dando un reddito a chi ne ha veramente bisogno.

Prima di tutto analizziamo come funziona questo reddito, come si può leggere nel DDL n.1148 direttamente dal loro sito ufficiale.

La descrizione del reddito inizia elencando i dati relativi alla disoccupazione, alla povertà e alla riduzione della domanda interna, asserendo poi (cito testualmente) che l’intenzione è quella di dare “un reddito minimo garantito a chiunque viva sotto la soglia delle povertà relativa […] per abbattere la condizione di schiavi moderni, per cui tanti individui sono costretti ad accettare qualsiasi lavoro, sottopagato, precario, senza possibilità di crescita o senza un adeguato contratto. […] Tale reddito sarà universale, individuale e non subordinato all’accettazione di condizioni”. Cavolo. Il paradiso in terra. Chi è povero potrà avere un reddito senza condizioni.
Vediamo se veramente è così e da dove viene questa magnanima idea e come funziona veramente nei Paesi che già la hanno applicata.

Dunque, i primi 4 articoli ripetono sostanzialmente ciò che abbiamo finora detto, fissando in più numericamente a quanto ammonterebbe all’incirca questo reddito. Ma arrivati all’articolo 5 iniziano i dolori: “[…]per il raggiungimento delle finalità del DDL si implementerà un libretto formativo elettronico che raccoglie tutte le informazioni utili del lavoratore. La struttura che ha il ruolo di regia è il CENTRO PER L’IMPIEGO”, struttura che garantirà un percorso di riavvicinamento al lavoro perché l’intento non è elargire risorse finalizzate al sostentamento in sé ma liberare l’individuo da disoccupazione e precarietà.

I più qui diranno “E dove sta il problema?”. Andiamo ancora avanti, all’articolo 9, cioè agli OBBLIGHI del beneficiario: il primo è l’ISCRIZIONE obbligatoria ai CENTRI PER L’IMPIEGO. Il secondo è: DARE LA IMMEDIATA DISPONIBILITÀ al lavoro e a intraprendere percorsi di inserimento lavorativo e di fornire parte del proprio tempo al SERVIZIO della collettività per progetti di interesse comune (culturali, artistici, ambientali), recarsi ALMENO due volte al mese al Centro per l’impiego” e ATTENZIONE la cosa peggiore: in deroga al punto 2 , lettera a) dell’art.12, che prevede che il lavoro offerto debba essere ATTINENTE alle competenze e agli interessi del beneficiario, il punto 3 ci dice che se trascorre un anno senza aver trovato un impiego, il beneficiario dovrà accettare qualsiasi lavoro, pena la caduta del beneficio.

E ancora all’art.11 c’è “l’OBBLIGO di fornire disponibilità al lavoro presso i Centri per l’impiego.” e al 12 “il beneficio decade se si rifiuta la terza offerta lavorativa RITENUTA CONGRUA (si ritiene congrua se attinente alle competenze segnalate dal beneficiario O se la retribuzione è maggiore o uguale all’80% rispetto a quelle dei contratti nazionali di riferimento O il luogo di lavoro è nel raggio di 50Km dalla residenza e raggiungibile entro 80 minuti con i mezzi pubblici)”.

Dopo aver citato testualmente il DDL, con buona pace dei grillini, analizziamo meglio quanto detto.
Prima di tutto da dove viene questa idea? Ma, naturalmente, dall’Europa, che dal lontano 1992 chiede a tutti i Paesi Europei di applicarla nei propri confini. Ma diciamolo meglio: proviene dalla Germania e, precisamente, dal Piano Hartz, sviluppato da Gerhard Schroder e dall’imprenditore tedesco Peter Hartz, un dirigente della Volskwagen, che nel 2007 fu condannato a due anni di prigione e a una multa di 570mila euro per aver pagato mazzette a dei manager della sua azienda per affari immobiliari in cui era coinvolta la Volskwagen e aver utilizzato i soldi della sua azienda per pagare delle prostitute, insomma, un bravo e non corrotto uomo tedesco, ligio al dovere come si conviene allo stile della Germania, non come quei porci italiani corrotti che rubano. Prendiamo esempio, e che cavolo!

Vediamo come si traduce questo bellissimo e socialissimo Reddito di Cittadinanza nella bella, funzionante e democratica Germania, quella che dà lavoro a tutti e dà stipendi che “in Italia ci sognamo”!
Iniziano col dire che il basso dato di disoccupazione della Germania, che si aggira poco sotto al 5%, è totalmente falso. Perché? Per dirne una, ci sono circa 7 milioni di tedeschi che lavorano grazie ai sussidi statali e al lavoro precario, con mini-job e midi-job pagati la bellezza di 400 euro al mese, per una paga netta di 5euro all’ora. In Germania c’è chi ha perso anche l’asssistenza sanitaria perché non più in grado di pagare l’assicurazione.
Come ben dice anche l’Huffingtonpost più che Reddito di Cittadinanza andrebbe chiamato “Elemosina per la sudditanza”, dato che “il ritorno alla sudditanza viene venduto come una conquista” sociale (vedi Baratto Amministrativo). In aggiunta a questo, i Centri per l’Impiego nella realtà si trasformano in enti che in pratica ti costringono ad accettare qualsiasi lavoro ti venga proposto: puoi anche essere un laureato in ingegneria, se ti propongono lo spazzino farai lo spazzino.

In fondo all’articolo troverete un video di Presa Diretta che testimonia quanto la Riforma Schroder abbia peggiorato le condizioni dei lavoratori tedeschi e magari vi aprirà anche gli occhi su come funzionano veramente le cose nel magico Paese tedesco. Sono gli stessi tedeschi ad avvertirci: “non fate il nostro stesso errore. Non funziona.” I controllori dei Centri hanno dei poteri che potremmo definire quasi nazisti: possono andare nelle abitazioni dei beneficiari, con interventi invasivi anche nelle vite private. Questo potrà avvenire grazie all’art.5. A questo si aggiunge la completa e tempestiva disponibilità ai Centri, da cui ne deriva l’impossibilità di lasciare la città (grazie all’art.9) perché non presentarsi al Centro equivale a rifiutare un lavoro. Con la deroga dell’art.12 poi i ldisegno sarà chiaro spero anche ai più ciechi: se dopo un anno non hai un lavoro fai quello che ti diciamo noi. Non si discute. O torni a morire di fame.

Qualcuno dirà che è giusto, perché se non trovi lavoro entro un anno probabilmente sei un furbetto che non vuole lavorare e ottenere solamente un sussidio senza fare nulla. Per me significa altro: lavori sottopagati e senza diritti. Sfruttamento. Questa è la flessibilità tedesca. Il Modello Europeo.
Insomma, le proposte del Movimento 5 Stelle si traducono tutte in nuove forme di schiavitù mascherate.

Estratto del video di Report: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-1d38c610-ca19-47df-a185-9491cd8b8b17.html
HuffingtonPost: http://www.huffingtonpost.it/2013/05/11/reddito-di-cittadinanza-in-germania-ha-reso-precari-75-milioni-di-lavoratori-ed-e-diventato-la-bengodi-degli-imprenditori_n_3258229.html

Fabrizio Virga

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