Tempio Pausania, Il referendum di ottobre sulla riforma della costituzione. Prosegue la raccolta firme.

Tempio Pausania, 19 giu. 2016-

Proseguono le raccolte firme sul NO alla riforma costituzionale al referendum previsto a ottobre, in data ancora da decidere.

Cosa prevede il referendum? 

La riforma costituzionale Renzi-Boschi è la proposta di riforma della Costituzione della Repubblica Italiana contenuta nel testo di legge costituzionale approvato dal Parlamento italiano il 12 aprile 2016, che sarà sottoposto a referendum confermativo nella seconda metà dello stesso anno.

La riforma, nata con un disegno di legge presentato dal Governo Renzi l’8 aprile 2014, si prefigge «il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione».

Il provvedimento propone in particolare una radicale riforma del Senato della Repubblica, la cui principale funzione diventerebbe quella di rappresentanza delle istituzioni territoriali, concorrendo paritariamente con l’altra camera all’attività legislativa solo in determinate materie (le leggi “di sistema” o di garanzia, le leggi relative al Senato e le leggi sull’ordinamento degli enti territoriali). Il numero dei senatori viene ridotto da 315 a 100 membri, i quali – eccetto quelli nominati dal Presidente della Repubblica – saranno designati dai Consigli regionali fra i loro stessi componenti e fra i sindaci dei propri territori. La Camera dei deputati rimarrebbe quindi l’unico organo ad esercitare la funzione di indirizzo politico e di controllo sull’operato del Governo, verso il quale resterebbe titolare del rapporto di fiducia. La definizione del nuovo ruolo del Senato si completa anche attraverso alcune modifiche nel meccanismo di elezione del Presidente della Repubblica e di nomina dei giudici della Corte costituzionale. La riforma contempla inoltre la rimozione dalla Carta dei riferimenti alle province, l’abolizione del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) e la soppressione dell’elenco delle materie di legislazione concorrente fra Stato e Regioni; sono previste anche modifiche in tema di referendum popolari, procedimento legislativo e uso della decretazione d’urgenza.

foto galluranews
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La proposta di riforma, aspramente avversata dalle opposizioni parlamentari e da alcuni giuristi, è stata approvata con una maggioranza inferiore ai due terzi dei membri di ciascuna camera: di conseguenza, come prescritto dall’articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non è stato promulgato direttamente, essendo prevista la facoltà – già sfruttata – di richiedere un referendum per sottoporlo al giudizio degli elettori. La consultazione popolare avrà luogo fra l’ottobre e il novembre del 2016: non essendo necessario il raggiungimento di un quorum, la riforma entrerà in vigore se il numero dei voti favorevoli sarà superiore al numero dei voti contrari.

Sentiamo le ragioni del NO da parte di uno dei delegati alla raccolta delle frime ieri in piazza d’Italia a Tempio, Riccardo De Vito intervistato da galluranews.

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