Tempio Pausania, Salvatore Muzzu (Garaoni). Inventore dell’attuale carnevale tempiese.

Tempio Pausania, 4 feb. 2016-

Chissà oggi che avrebbe detto Salvadori Garaoni, Salvatore Muzzu, del nostro Carnevale attuale. Certo, nei limiti del possibile, lo avrebbe apprezzato perché in buona sostanza assomiglia a quello dei suoi tempi, quando a lui venne la brillante idea di renderlo simile a quello allegorico di Viareggio, con sfilate e satire sferzanti.

salvadori garaoni
Salvatore Muzzu (Garaoni) foto di Vittorio Ruggero

Salvatore Muzzu nasce a Tempio il 10 ottobre del 1903. In generale, nella Gallura, il Carnevale ha radici così antiche che è difficile indicarne con precisione l’origine. Ciò che risulta sicura è invece la collocazione storica della famosa figura di Re Giorgio (Gjolgiu), Re del Carnevale Tempiese, il vero fulcro su cui ruota l’intero evento carnevalesco. La figura di Re Giorgio viene collocata nell’epoca pre-romana, in cui lo spirito della terra fertile, che fruttifica e prospera, era chiamato appunto “GIORGI”, e proprio a questa divinità erano dedicati svariati riti comprendenti il sacrificio dello stesso Giorgi, con la speranza che l’anno agricolo avvenire fosse produttivo e prosperoso. 

Tuttavia, la trasformazione nell’attuale carnevale, è legata a questo personaggio che ebbe i natali 112 anni fa. Fu lui a creare l’idea  dei carri allegorici nel 1959 che prendevano vita in quella fabbrica di Muzzu e da lì partivano per le sfilate canoniche del carnevale.

La storia precedente a quell’anno, ricorda un’assenza del carnevale dovuta ad un omicidio che sconvolse la città. Il lungo silenzio fu interrotto proprio nel 1959. Salvatore Garaoni, a sue spese fece venire due maestri viareggini, specialisti nell’arte della cartapesta, che per due intere settimane furono suoi ospiti a Tempio. Grazie a loro si costruirono i primi carri. Sempre a sue spese acquista i costumi  a Viareggio che poi distribuisce “gratuitamente” ai figuranti mascherati. Chiaro, che un Carnevale, che di anno in anno assumeva un carattere sempre più marcato, che stava diventato famoso in Sardegna e nel resto dell’Italia, non poteva essere solo sulle spalle di una sola persona. 

sfilata anni 60
foto di Vittorio Ruggero

Infatti, da allora, il Carnevale, sempre saldamente nelle mani di Garaoni che ne era il Presidente,  ebbe un comitato del carnevale di cui, tra gli altri, facevano parte personaggi come Felice Alias, Nino Sechi e il famoso Pitrinu Pisceddu. Ormai il gioco stava diventando importante per le sue  evidenti ricadute economiche. Però,  ha sempre mantenuto questo suo aspetto di allegria e sfrenatezza delirante, per un’intera settimana, la famosa 6 giorni (nome dato dal grande Paolo Careddu in una riunione dove si doveva etichettare il nostro carnevale di balli e musica. La parola, come ci disse l’amico Gennaro Landriscina, deriva dalla mitica 6 giorni che è una gara ciclistica di bici su pista che si svolge a Milano da tantissimi anni proprio in questo periodo).

Salvatore Muzzu, come ci ricorda Raimondo suo figlio, non è stato mai dimenticato e forse solo i più giovani ignorano che la festa che parte oggi 4 febbraio per l’edizione di Lu Carrasciali Timpiesu 2016, così concepita, la si deve a lui.

Salvatore, fu industriale del sughero e nella sua fabbrica hanno lavorato centinaia di persone. La sua passione per il Carnevale, ben presto si tradusse in un interesse nazionale e internazionale del nostro Carnevale, secondo alcuni, dietro solo a quello di Viareggio ed inserito, a ragione, tra i migliori carnevali d’Italia. 

Salvatore Muzzu, per tutti Garaoni, ha vissuto per 40 anni a Milano dove la sua fabbrica di sughero negli anni della guerra fu bombardata e distrutta. Non si perse d’animo, così come sempre ha fatto nella sua vita, e con i soldi dell’assicurazione costruisce una seconda fabbrica dove ha sempre lavorato e commercializzato il sughero. Degna persona, dalla forte azione meritoria, quella dell’uomo che sa di valere ma che è sicuro che solo quando si agisce e si fa, ci si sente davvero appagati e contenti.

Salvadori Garaoni, muore nel 1987 a 84 anni e la Tempio che ricorda, mai si è scordata di lui. 

Sarebbe cosa altamente significativa, a mio parere, che anche l’attuale amministrazione, visto che la precedente non ha mai pensato di farlo, gli dedicasse una via della città. Un segnale di riconoscenza verso chi ha speso il suo impegno, ha dato lavoro a centinaia di famiglie ed ha speso  i suoi soldi per una causa che a tutti pare sia la sola ragione economica vera che esiste a Tempio, cioè il Carnevale. Non dovrebbe essere così ma, di fatto, lo è.

Un segnale anche per le future generazioni, un esempio di che voglia dire attaccamento alla propria comunità, viene proprio da quest’uomo che, pur vivendo per 40 anni a Milano, ha sempre tangibilmente portato Tempio nel suo cuore e ha sempre lavorato per questa bella nostalgia spendendo le sue migliori qualità umane e non solo.

Un gesto che ripagherebbe anche tutti quei tempiesi che lo hanno conosciuto ed apprezzato per qualcosa di cui tutti ora hanno chiara l’importanza: lu Carrasciali Timpiesu.

Antonio Masoni

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