Tempio Pausania, Scrive Alessandro Cordella :” Non c’era unanimità in quelle elezioni!”

Tempio Pausania, 23 nov. 2016-

 

Ci scrive Alessandro Cordella, iscritto al Partito Comunista Italiano sez. Tempio-La Maddalena, a proposito di articoli apparsi nella cronaca locale del quotidiano La Nuova Sardegna. Lo scopo è, a suo dire, quello di fare delle precisazioni sulla vicenda.

Ciao Antonio vorrei per mezzo del seguitissimo Blog Gallura News, vorrei precisare in modo definitivo, alcune posizioni in relazione agli articoli pubblicati sulla Nuova Sardegna rispettivamente il giorno 15 Novembre 2016 dal titolo: “Partito Comunista Rinato è già scontro” e del giorno 19 novembre 2016 “Si spegne la polemica nel PCI rinato” e ci tengo a fare alcune puntualizzazioni su alcuni passaggi che risultano essere poco chiari:Il documento ricevuto dalla stampa, oggetto di contestazione da parte di Luciano Nicola e di Cocco Giovanni, è stato elaborato e condiviso da ben 23 militanti di base regolarmente iscritti alla Sezione Tempio, e dall’intera Sezione di La Maddalena, per un totale di 33 iscritti, che risultano essere la maggioranza della Federazione.
I firmatari del documento, non riconoscono nel modo più assoluto, l’elezione degli organismi dirigenti Federali e Cittadino, per il semplice motivo che l’Assemblea organizzativa in oggetto, si è svolta in maniera non conforme al nostro Statuto. Il tutto è stato segnalato e documentato agli organismi dirigenti e di Garanzia Nazionali, che valuteranno cosa fare. Infatti, in un documento datato 9 novembre, inviatoci dalla Commissione Nazionale di Garanzia, al momento l’unico in nostro possesso, si chiede e si demanda alla Commissione Regionale di Garanzia di attivarsi per verificare e relazionare dettagliatamente su quanto da noi segnalato. Poi c’è la comunicazione della sezione di La Maddalena per i gravi atti e fatti, dei quali ritengono essere stati vittima. Siamo certi che gli Organismi di Garanzia, siano in grado di fare piena luce su quanto avvenuto e sulle responsabilità dei protagonisti. 
Detto questo, vorrei fare una semplice considerazione da militante di base del Partito Comunista Italiano, su cosa si basi il mandato “fiduciario” di coloro che vengono eletti, se il mandato stesso non viene riconosciuto dalla maggioranza assoluta degli iscritti.
Nell’articolo del 15 novembre si parla di “elezione all’unanimità”. Ebbene se un numero consistente di iscritti aventi diritto, non partecipa ad un assemblea elettiva perché in disaccordo, come si può parlare di unanimità? Un segretario degno del suo ruolo, e con a cuore il bene del partito, dovrebbe prendere semplicemente atto che, la sua elezione non è né accettata, né riconosciuta, e soprattutto al solo sentore di irregolarità dovrebbe avere la responsabilità politica, ma prima ancora morale, di far luce sulle ombre che ne oscurano la corretta elezione e non trascinare il Partito nella divisione che di unitario non ha nulla; ma questo si sa è una pura questione di stile.
Ti prego se possibile di dare spazio a queste nostre, e mie ulteriori precisazioni per mezzo del tuo, come sempre, interessantissimo Blog.
Cordialmente
Alessandro Cordella militante di base del Partito Comunista Italiano

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