Tempio Pausania, I funerali di Tino Carta. Un’imponente folla commossa ha salutato l’ultimo viaggio di un protagonista della vita di questa città.

Tempio Pausania, 18 set. 2015-

E così è finita, caro Tino. L’ultimo tuo viaggio è terminato. Potrei dirti tante cose ora, tutto ciò che avevo in conto di chiederti. Il male ha visto diversamente da me e da tutti quelli che, increduli, si sono sentiti privati di un serissimo professionista della vita sportiva, di un ottimo insegnante, di un amico. Amico lo sei stato con tutti, persino con quelli che mandavi a quel paese a tuo modo (anda e c…). Diretto come un fendente e schietto come un bambino. Diplomatico, organizzatore straordinario di un lavoro meticoloso nella scuola e nello sport. I tuoi traguardi raggiunti non sono stati casuali. Ci sei arrivato per meriti, per il giusto riconoscimento a quella che sarebbe diventata una carriera brillante, se avessi potuto vederne un altro spicchio.

funerale 1Devi essere soddisfatto, comunque, Tinarè. La gente presente oggi nel piazzale di San Pietro e nella cattedrale era tanta, ma tanta sai! Avresti detto: “Canta gjenti in una cjurrata di paratìa” (quanta gente in una giornata feriale), con quel tempiese bello, ironico e ridanciano. Avresti sorriso e forse riso di cuore nel vederla.

Ho tanti ricordi con te e di te, ogni ricordo un quadro di risate e di discussioni sempre pacate ma, quando ci voleva, anche accese ed espresse con quel sarcasmo che è un dono, con quella vivace e colorita lingua gallurese che usavi come uno strumento.funerale2

Ho ricordato una storiella del passato recente su facebook ma tante ancora  ne potrei raccontare di vecchie. Memorabili le tue appendici ai racconti dove si insinuavano facezie e comiche situazioni che hai vissuto.

“Ciau masciò! o Ciau Masciu!” Così ti esprimevi quando incontravi qualcuno. “Oè Tinarè”, ti rispondevano. Questa lingua che in certe frasi diventa sintesi di sintesi e si serve di locuzioni tronche che solo chi la usa da bambino può comprendere. In Gallura abbiamo questa capacità. Un pò come gli inglesi che con una parola vogliono esprimere un’intera frase.

“In Gaddura non ci manca nudda, aemu tuttu.” E’ vero, ti dicevo, abbiamo proprio tutto.

Don Antonio Tamponi, nella predica, ti ha descritto alla perfezione, Complimenti Don Antonio, hai proprio fatto ricordare con le tue parole il nostro amico. I suoi ultimi momenti, quelli della confessione quando sapeva in cuor suo che era finita. Un uomo di spessore elevatissimo, uno di quelli che mancherà tanto per la sua capacità di interpretare i momenti difficili, critico sempre, ma ogni sua posizione, anche quella più sferzante, sempre indirizzata ad una possibile soluzione. Non sei mai stato banale e monotono, e la politica, che hai anche praticato, non poteva fare al caso tuo. Di persone come te questa politica non aveva e non ha bisogno. Ora si urla e si grida per il consenso ma per te non era così. Portavi sempre il ragionamento sui binari della convenienza generale e mai del singolo podere. Per questo non faceva per te.

Ti ho fatto un paio di minuti di immagini del tuo corteo, quel tributo imponente di persone che hai meritato, Tino. Le faccio vedere a queste persone che stamani ho visto piangere e anche a quelle che hanno riso per il ricordo di chissà quale cosa avete fatto assieme. Tutti ti hanno conosciuto, e per tutti avevi almeno un saluto.

Certi giorni, passando per viale San Lorenzo, dove abitavi, era facile incontrarti con quei pantaloni rossi, il giubbino di cuoio e quella camicia sbottonata sul petto, anche col clima freddo. L’immancabile sigaretta tra le dita e quello sguardo che osserva tutto e tutti. E’ stato un onore e un privilegio averti conosciuto e aver trascorso con te ore liete sui campi di calcio  o dove capitava. Era sempre una festa vederti e parlarti.

Andrea Delpin, l’attuale presidente regionale della FIGC, che conosco, nel salutarci mi ha detto: “Ho perso un amico e un grande uomo”. Questa è la frase che racconta tutto di te. Mi piace ricordare il tuo impegno per i giovani. Eri sempre al loro fianco, giravi dappertutto, tra le società calcistiche sarde, a promuovere, organizzare, premiare, parlare, e tutti si sono ricordati di te. Ti conoscevano  per quel che hai dato allo sport e alla scuola. Tanto Ti, ma tanto e tanto. Io ti ho conosciuto per ciò che mi hai dato allo spirito che oggi è più solo. Addio Amico caro,

Antonio Masoni

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