Tempio Pausania, La vera Politica è Utopia e Sogno. La falsa politica è una Legge di distruzione dei sogni e delle utopie.

Tempio Pausania, 6 ago. 2015-

Un confine netto, una linea di demarcazione che appare invalicabile, tra chi ha  sempre pensato che la politica fosse un’ arte nobile che comprende le migliori anime di questa terra e chi invece ne ha sottratto lo spirito di purezza, sapendo di farlo, motivando la sua partecipazione attiva per interesse, per sè o per pochi altri.

La politica attuale, tolti quei pochi puri incontaminati, vive di affari, di compromessi, di logiche astruse e devianti, di apparenza e di scarsi contenuti culturali.

La diatriba, tra chi ha sempre visto nei propri ideali l’impegno alla attività partendo da sogni e utopie e chi invece non ha mai sognato, è tutta qui, nel logorante mercato di scambi che popola lo scenario attuale.

Incosapevolmente, ci sentiamo anarchici, anche se andiamo a votare questo o quello, anche se ancora ci resta lo spirito critico per discutere di questo e quello, anche se alla fine, nonostante tutto, dentro quella politica ci siamo tutti. Ne subiamo le pressioni o ne sfruttiamo la forza, ne viviamo le sofferenze e ci lecchiamo le gioie.

Oggi, per un idealista, un sognatore, un utopista, è impossibile gettarsi nell’agone politico. Il momento stesso che decide di farlo, ne rimane folgorato. Rinuncia o cede? Dipende. Chi ha “palle” molla, chi non ne ha, arriva a trasformare il suo principio idealista e sognatore per accettarne le regole. Ma di quali regole si tratta? Non sono regole, sono imposizioni. La legge della poltica attuale non prevede discussioni o scelte individuali. C’è e non si discute, mai!

Personalmente, credo in tutti quei sognatori che partono dal principio di uguaglianza, che non discriminano mai nessuno, che accettano ciò che è diverso e ragionano degli eccessi di tutto. Odio gli speculatori di sentimento, gli affaristi e gli opportunisti che mercanteggiano sulla cronaca e vivono di mattonati sacri da baciare ogni giorno e crocefissi che bisognerebbe rivoltare per far guardare quegli occhi verso il muro. Qualsiasi Cristo sarebbe offeso da questa dilagante ipocrisia.

La politica è servizio ma non può essere fatta da servitori di un sistema che è fallace nella sua struttura, nei suoi “dipendenti”, nelle maglie larghe per taluni e strette per la massa. 

Spesso mi chiedo se val la pena ragionare di questa politica siffatta, tale è la repulsione che provo quando vedo l’azione poco energica o assente per le cose che contano davvero e l’abbondanza di chiacchiere, quisquilie populiste, per quelle che sarebbero di ordinaria amministrazione. A tutti i livelli, piccoli e grandi.

Lo sterminio delle istituzioni, l’omicidio quotidiano della costituzione, dell’economia, l’oltraggio dei nostri diritti, queste son cose di cui parlare. Sostituire una lampadina e scriverlo, seppure piccolissimo atti di civiltà, non è proprio quello che dovrebbe spingere un uomo o una donna a fare politica.

Le ideologie, dicono, sono morte ma anche il solo riaffiorare silente di esse, attraverso leggi e imposizioni che ci arrivano da giacche e cravatte assassine, trascinano alla miseria, verso scenari impossibili da determinare, guerre, rivoluzioni, segni evidenti di regimi totalitari. Di queste cose ci si dovrebbe occupare, anche a livello locale. Queste devono essere le spinte che possono portare alle rivoluzioni culturali, ora più che mai la sola speranza di salvezza. Tanti piccoli poteri, tante menti pensanti, tanti uomini e donne armati di conoscenza e volontà, possono incidere nella lotta impari contro questo Potere e queste persone che lo detengono. Che fare?

Non so voi, io ho spirito di guerriero senz’armi, credo nella vita e nella forza di questa di risollevare la convinzione di ciascuno di noi. Credo nella conoscenza e in chi sa divulgarla, credo nel valore imprescindibile delle relazioni tra persone e credo che un giorno possa volgere lo sguardo di lato, senza storcermi il collo, e guardare due occhi sorridere.

Mi tengo la mia utopia, e che il mio sogno fantastico continui a farmi vivere leggero e sempre cinico nei confronti di una storia che non sento mia. No, questa non è la mia storia. 

Antonio Masoni

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