Tempio Pausania, l’estremo saluto a Vanni Bisson, uomo di spessore e combattente tenace nella vita.

Tempio Pausania, 14 gen. 2014-

Tempio ti ha salutato per l’ultima volta Vanni. Ha concesso a te, così come accade per i veri uomini, un tributo particolare. Di lacrime, di dolore, di applausi si è riempita la piazza. E tu uomo di piazza, abituato a mille battaglie, anche contro le troppe disavventure che hai vissuto, tu portavoce della bontà che contrastava con quell’aspetto da omaccione, ne saresti stato felice. Tu che avevi 31 anni di cicatrici sul tuo corpo e stavi per arrivare ai 32, tu che qualcuno ha definito eroe (e già questa cosa ti faceva divertire) per aver contribuito spavaldamente ad affrontare un nemico mortale della tua città in quel lontano 28 luglio 1983, tu al contrario antieroe per eccellenza, ti schermivi sempre dietro quella tragedia, definendola un atto incosciente di coraggio e ringraziavi ogni giorno perché quelle cicatrici erano una parte della tua anima che mai era guarita da quel giorno. Tu, caro Vanni, amico di tutti e sempre disponibile al sorriso e all’ascolto, come compete ad un “uomo vero”, che hai vissuto la tristezza della morte dei tuoi amici e le ferite dei reduci su quella collina d’inferno e che  da 9 mesi portavi con te l’ennesima ferita della morte della tua compagna. Ivana. Tu che hai dato il tuo vissuto e la tua esperienza di uomo a questa città riponendovi ogni stilla d’energia pulita, di leale partecipazione alla vita del paese, hai finito per spegnere i tuoi occhi così, senza nemmeno prenderti la briga di avvisarci. No, caro Vanni. Non dovevi farlo! Averti visto in quel feretro ieri mattina, col viso sereno, quasi sorridente, non è stato bello. Tu avevi il dovere di vivere ancora e di non farci piangere ancora dopo appena 9 mesi dalla morte di tua moglie.

Monsignor Meloni che ti sposò molti anni fa ha tracciato la tua vita senza enfasi, con la semplicità di chi sa sempre cosa dire e come dirlo. Un’omelia che ho ascoltato con attenzione e che ha rapito l’attenzione di una chiesa stracolma e ammutolita. Che belle parole che ha speso per te Vanni. Ha ricordato persino il tuo matrimonio e la festa che faceste a Santa Lucia, dopo avervi dichiarato marito e moglie.

“Non potevo non esserci. Ero vescovo a Tempio nel 1983; io quest’uomo l’ho visto a Torino, al centro grandi ustionati. L’ho sposato e a lui sono legato perché solo chi soffre come ha sofferto lui merita la riconoscenza che si da ai grandi uomini”

foto funerale 002

Si, Vanni. Tu eri un grande uomo e non sono il solo a pensarlo. L’intera città, e non perché è obbligatorio farlo al funerale, ti ha riconosciuto così, un uomo vero, pronto a immolarsi per gli altri e che ha saputo fare da marito coraggioso alla sua compagna e da padre e madre ai suoi figli quando Ivana ti ha lasciato il 2 aprile dello scorso anno. Un dolore ancora fresco che celavi dietro la rassegnazione degli uomini grandi, sostenendo chi ha pianto per lei e facendo coraggio a chi si abbandonava affranto nell’abbraccio.

Romeo Frediani, sindaco della città ti ha descritto come compagno leale e sempre pronto a qualsiasi bisogno dell’amministrazione. E come dubitarne?

Ci mancherai Vanni, quotidiano burlone di prima mattina e ciarliero comunque, coerente nella tua ideologia, mai abbandonata sino alla tua morte ma critico quando occorreva esserlo.

Mancherà il tuo buon umore, il tuo modo apparentemente burbero di parlare, la tua educazione ed il rispetto che hai sempre avuto verso tutti, ma proprio tutti. Qualità rare ai nostri giorni ma che danno la misura di ciò che sei sempre stato: un uomo vero.

E poco conta quella scivolata finale del parroco di San Pietro che, rispondendo a chissà quale richiesta, ha volgarizzato una messa fino a quel momento esemplare per compostezza e profonda partecipazione emotiva. Non ci badare se hai sentito. Perché conoscendoti un pochino, in quel feretro ti sarai girato due volte; tu che con la chiesa, nonostante l’appartenenza, hai sempre avuto un rapporto schietto ma improntato, ancora una volta, al rispetto. Già, quel rispetto che un annuncio inaspettato, inopportuno, indiscreto, ha messo in seria discussione nei tuoi confronti. Lo stesso parroco che su facebook scrive dell’importo personale donato.

E così sia, Vanni.

Non è più tempo di lacrime, ora spazio ai ricordi di ciascuno di noi. Hai talmente seminato nella tua vita che non credo esista un tempiese, e non solo, che non abbia qualcosa da dire su di te.

Antonio Masoni

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