Tempio Pausania, Maledette le appartenenze politiche, chiudono occhi e tappano orecchie…e intanto siamo sempre più poveri.

Tempio Pausania, 21 apr. 2018-

Mi inquietano le apologie di questo  o quel partito, quando assisto da spettatore attento allo sfacelo dello stato sociale, quando leggo decreti legge che sono mirati solo al profitto di pochi e alle disgrazie degli altri, divento una mina vagante con la voglia di esplodere e di mandare al diavolo tutto e tutti. E’ inverosimile che ancora ci siano questi ancoraggi alle appartenenze politiche, quando il vero potere è sovranazionale e ogni decisione che si presume governativa viene invece calata dall’alto mentre la gente si chiede ancora chi votare. Ma votare per cosa? Per legittimare il politico di turno che ha alzato di più la voce, ben sapendo che non sale nemmeno in cielo quel raglio o fare in modo che una sua elezione ci torni utile successivamente quando ne chiederemo i favori?

Come non guardare la realtà del nostro territorio depredato nelle sue peculiarità, nel suo humus di ricchezze di servizi e ambientali che decade ogni giorno di più mentre noi andiamo alla vana ricerca dei responsabili politici? Quando si capirà che la politica attuale, stretta nella morsa di una inevitabile crisi sociale che ha determinato, non ha alcuno strumento per salvare e salvarsi?

Prendiamo la Sanità come esempio, visto che cade a proposito per le recenti decisioni di sospendere le prestazioni della Ginecologia. Qualcuno obietta di togliere la sanità al controllo della politica. Sarei d’accordo se mi si indicasse la via maestra per farlo e quale fosse l’alternativa corretta. Di fatto, non esiste nessuna alternativa, stanti così le cose, alla depredazione della sanità pubblica e all’avvento incontrollato della sanità privata che in questo momento non ha ostacoli. Se uno stato non investe perché non può investire, perché soggetto a pareggio di bilancio, se non può fare spesa pubblica perché il debito pubblico, la vera chimera dell’appartenenza all’Europa, è fuori controllo, ditemi come può la Sanità pubblica essere sotto la diretta gestione di un organismo tecnico che opererebbe in un regime di controllo forzato della spesa? Farebbe le stesse cose della politica regionale, tagliare, sfrondare, ridurre i bilanci. O forse si pensa che ci voglia una mano di privato? Beh, lo avete visto tutti l’intervento privato  a cosa porta. Costi esorbitanti, nessuna garanzia di una maggiore efficienza e sostanziale, se non peggiore, qualità del servizio.

Dico maledette le appartenenze a questo punto perché portano alla  critica opacizzata, quella che non induce ad abbandonare, innocua perché nessuno torna indietro dagli indirizzi del potere che gestisce quel partito. Si, a volte si va via, ma dove? In un altro partito o coalizione che ci accoglie per il bacino elettorale e non per altri scopi. In realtà non gliene importa nulla di chi siamo o di cosa pensiamo, basta che apportiamo consensi. Questa non è la politica che ragiona per il solo scopo che dovrebbe avere, ma sempre per interessi di parte che qualche volta coincidono con gli stessi del cittadino, più spesso ne sono oppositori strenui.  Quando è la logica del vessillo che  comanda, si perde il vero contatto con la res publica che deve tornare di proprietà del settore pubblico in uno stato sovrano con la sua moneta. Oppure si è semplici soldatini ubbidienti che ostentano democrazia ma perseguono tutt’altro, ingabbiati nel partito che impone dogmi e programmi alieni rispetto agli interessi del cittadino. Altro che Lega o 5Stelle, o Berlusconi o il PD. Non bastano le condizioni disastrose in cui ci ritroviamo per aver dato fiducia a questa politica ad allontanarci definitivamente dai partiti?

Vessilli, bandiere, dottrine, teorie, sono strumenti distorti dalla globalizzazione della società, a cui non basta più credere per votare quel partito o l’uomo in cui si ripone fiducia per seguirlo nella sua azione politica che ha dimenticato perché sta lì in quel posto di prestigio dove potrebbe ma non  fa, dovrebbe ma non sente, cambierebbe il corso degli eventi ma non nasce eroe e depone le armi ancor prima di presiedere un consesso importante, sia esso assessorato regionale o parlamentare.

I privilegi che egli ha ottenuto valgono molto di più della perdita dell’incarico per aver scelto di stare al fianco del popolo che lo ha eletto. Mi fanno ridere i giuramenti del politico nominato, quello di essere un servitore dello stato per capirci. Intanto non si è mai servi di qualcosa che non c’è più,  e poi sappiamo tutti come si manifesta l’impegno del prescelto, una serie di incanti di loquacità per attrarre la platea e poi la sciarada delle promesse, di impegni finalizzati al benessere collettivo. Ce ne fosse stato uno, non dico due, che abbia mai realizzato qualcosa di cui l’intero paese può beneficiare, nessuno escluso!

Eppure i grandi che hanno reso la nostra vita più agevole, che ci hanno dato i fondamenti per  viverla al meglio, ci sono stati ed erano quelli che provenivano dall’ultimo conflitto mondiale quando fu promulgata la costituzione che oggi viene riempita di varianti adeguate al sistema. Eppure, lì dentro ci sta tutto quello che ci servirebbe per star bene, per avere un ospedale idoneo, per avere il lavoro che non c’è, per garantire a tutti una sufficiente serenità ed un’altrettanta aspettativa per non andare a nascere in un ospedale che non sia il nostro, come invece succederà a breve.

Maledette le appartenenze che hanno chiuso gli occhi e tappato le orecchie della politica e l’hanno vestita di gioielli e denaro mentre noi siamo sempre più poveri e senza il diritto di poterci nemmeno curare in un ospedale pubblico. Mi spiace solo che le maledizioni non possono essere personalizzate anche perché non voglio augurare il male a nessuno. Anche se a qualcuno mi piacerebbe tanto non auguragli il bene, fate voi per le differenze.

Antonio Masoni

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